Kate & Leopold
James Mangold ci lascia decisamente stupiti con questa sua pellicola; dopo lavori particolarmente duri ed oscuri come "Copland" e "Ragazze Interrotte" presentandoci una classica commedia romantica hollywoodiana molto leggera e che non richiede certo alcun tipo di impegno mentale.
La storia mette di fronte due realtà lontane anni luce tra loro: un gentiluomo del diciannovesimo secolo, Leopold (Hugh Jackman / "X-Men"), si ritrova proiettato ai giorni nostri ed a dover gestire un rapporto con una donna-manager del ventunesimo secolo: Kate (Meg Ryan / "Rapimento e Riscatto"). Lepold si è ritrovato nella New York odierna per aver seguito Stuart (Liev Schreiber / triologia di Scream) attraverso un portale temporale. Superato il primo shock, si ritrova affascinato dalle mille possibilità dell'era moderna, lui che ha sempre ammirato inventori e studiosi. Ma se per Leopold è incredibile poter vedere ciò che sarà, lo è altrettanto per tutti coloro che incontra; le sue maniere, la sua etichetta e la sua educazione lasciano tutti stupiti ed ammaliati. Dopo essersi conquistato la simpatia di Charlie (Breckin Meyer / "Rat Race") si innamorerà di sua sorella, Kate. Ma la differenze e le necessità tenderanno ad allontanarli sempre più sino all'inevitabile finale.
Sicuramente innovativa l'idea di fondo che ha dato vita alla pellicola e soprattutto adatta a sfruttare situazioni comiche a non finire che vengono essenzialmente propiziate da Lepold e dal suo parlare forbito. Il contrasto tra il minimalismo e la frenesia di Kate contro la ricercatezza e la pacatezza di Leopold viene sottolineato non solo dai costumi, ma soprattutto dagli attori. Se Meg Ryan è ormai un'icona della commedia romantica, è piacevole scoprire questo lato di Jackman che, per ora, ci aveva abituato a prove incentrate sulla sua fisicità e durezza.
Certo ci saremmo aspettati un pò più di stupore da parte di Leopold nei confronti della nostra civiltà, ma tant'è. Per quanto riguarda l'affresco dell'uomo ideale che ci viene proposto c'è da dire che è tanto bello quanto finto. Tanta gentilezza e perfezione in un nobile decadente lascia stupiti come anche la possibilità che prepari la colazione per il resto della sua vita.
Mangold ricostruisce anche una New York fine ottocento senza avvalersi dei classici trucchi come filtri di colore od effetti speciali, ma utilizzando costumi ed atmosfere che ci trasportano indietro nel tempo.
Molto bella la canzone portante del film: "Until" di Sting che ha anche vinto il Golden Globe come miglior canzone originale.
La frase: "Alcuni ritengono che corteggiare una persona alle proprie dipendenze sia un tentativo serpentino di trasformare una gentile signora in una traviata."
La Chicca: Leopold è l'inventore dell'ascensore ed il nome di uno dei marchi più antichi di elevatori "Otis" è quello del suo maggiordomo del diciannovesimo secolo.
Indicazioni: Commedia leggera e romantica per due ore molto spensierate.
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