Jack e Jill
In occasione della Festa del Ringraziamento, Jack, manager in un’agenzia pubblicitaria di Los Angeles, si trova costretto a tollerare la presenza dell’opprimente sorella gemella Jill, la quale, rimasta a prendersi cura dei loro genitori sulla costa atlantica, sembra questa volta trattenersi nella casa del fratello per un periodo di tempo un po’ più lungo del solito week-end annuale.
E, mentre in scena troviamo anche Katie Holmes nella parte della moglie dell’uomo, la particolarità di questa settima commedia interpretata da Adam Sandler sotto la regia di Dennis Dugan risiede nel fatto che è proprio il protagonista di "Mia moglie per finta" (2011) a vestire i panni di entrambi i gemelli.
Infatti, affiancato dall’immancabile Nick Swardson, lo abbiamo sia in versione maschile che femminile, man mano che Al Pacino, nell’esilarante parte di un se stesso in pieno esaurimento nervoso tendente a confondere la realtà con i personaggi interpretati, s’invaghisce di Jill scambiandola per Dulcinea, grande amore idealizzato di Don Chisciotte.
Purtroppo, però, non è sufficiente l’autoironia professionalmente manifestata dal vincitore del premio Oscar per "Scent of a woman - Profumo di donna" (1992) a salvare un’operazione che sfoggia difetti già a partire dalle prime situazioni che la compongono: dalla sequenza a tavola con il "barbone" a quella ambientata al cinema.
Operazione che, penalizzata in primis proprio dal personaggio di Jill, la cui martellante logorrea finisce soltanto per irritare lo spettatore, si basa su una sceneggiatura – a firma dello stesso Sandler insieme a Steve Koren – quasi del tutto incapace di strappare risate, tra facile ricorso a peti e momenti che nulla hanno a che vedere con il resto della vicenda (si pensi soltanto alla seppur divertente gag dei pesi).
Fino al prevedibilissimo messaggio riguardante l’importanza della famiglia unita, posto a chiudere quello che, al di là della bella colonna sonora di vecchi hit (si spazia da "I got you babe" di Sonny & Cher a "I’m a believer" dei Monkees, passando per "The wanderer" di Dion & The Belmonts), rientra di sicuro – insieme a "Zohan-Tutte le donne vengono al pettine" (2008) – tra i più noiosi e meno riusciti lungometraggi della filmografia del comico di Brooklyn.
La frase:
"Animagemella.net? Mi piace, visto che sono una gemella".
a cura di Francesco Lomuscio
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