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Il vento del perdono
Elegante storia sulla capacità di assolvere i propri peccati e quelli degli altri: "Il vento del perdono" è firmato dalla nomination all'Oscar per "Chocolat" Lasse Hallstrom, regista posato dalla non comune sensibilità descrittiva. Con toni sommessi Hallstrom racconta la parabola di Einer Gylkison, un anziano e scorbutico cowboy che vive nel suo ranch con il suo miglior amico Mitch, nel Wyoming. Einer ha perso il figlio qualche anno prima dall'inizio della storia in un incidente stradale e, per questa ragione, non si dà pace. Quando un giorno sua nuora e sua nipote giungono al ranch Gylkinson per una visita inattesa e "forzata", Einer sarà costretto a fare i conti con il suo passato.
Ispirato dal romanzo "Where rivers change direction" dello scrittore "western" Mark Spragg, "Il vento del perdono" è un film gradevole. Una regia lucida e volutamente priva di eccessi sostiene una sceneggiatura sincera scritta a quattro mani dallo stesso Spragg e dalla moglie Virginia.
Hallstrom, dopo "Chocolat" e "Buon compleanno, Mr. Grape", conferma di essere un regista capace di tenere alta l'attenzione del pubblico senza scendere a compromessi con facili soluzioni hollywoodiane; forse anche grazie a un ritmo narrativo che ricorda, cautamente e con le dovute distinzioni, alcuni film di Clint Estwood come "Gli Spietati" o "I ponti di Madison Country".
Insomma una classe narrativa davvero gradevole.
A nobilitare "Il vento del perdono" ci sono poi le ottime interpretazioni di Robert Redford e Morgan Freeman, mostri sacri del Recitare e ottimi interpreti in ruoli perfettamente calzanti:
la loro amicizia nel film, che sembra riflettere quella più autentica al di fuori di Hollywood, convince, commuove e diverte. Irriducibili.
Jennifer Lopez, insieme alla giovane attrice Becca Gardner, fa da contro altare ai due protagonisti maschili: la ritroviamo, dopo "Via dall'incubo", ancora nei panni di una donna maltrattata e in fuga dal suo ex, ma questa volta con meno voglia di vendetta e più desiderio di lasciarsi alle spalle il passato. Guerriera.
Il resto del cast fa da contorno con l'unica eccezione della poc'anzi citata Gardner:
un talento.
"Il vento del perdono" è insomma un buon film: sincero, raffinato e pulito.
La frase: "…Troppa gente è convinta che gli sia capitata la mano sbagliata…".
Diego Altobelli
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