Il siero della vanità
Essere o apparire? Questo amletico quesito, sempre più imperante in una società che considera privo di valore chiunque non sia stato almeno una volta in televisione o sulle pagine di un qualsiasi giornale, viene esasperato nella nuova pellicola del regista di Almost blue.
Dopo una missione finita con la morte di un giovane collega, la poliziotta Lucia Allasco (Margherita Buy - L'amore ritorna) si dedica ad analizzare le foto dei teppisti che ogni domenica devastano lo stadio. Quando però una serie di personaggi più o meno famosi inizia a sparire misteriosamente, viene richiamata in servizio. Pur con riluttanza, Lucia saprà individuare la pista giusta, che a partire da un noto talk show, condotto dalla spregiudicata e arrivista Sonia Norton (Francesca Neri - Per Sempre) si addentra nei bassifondi di una Roma buia e fatiscente. Affiancata da Franco Berardi (Valerio Mastandrea - Velocità massima) suo vecchio compagno di squadra, la donna si riprenderà la giusta rivincita, non solo nei confronti di tutti coloro che non credevano più nelle sue capacità, ma anche e soprattutto nei confronti della vita che l'aveva ingiustamente punita.

Tratto da un soggetto di Niccolò Ammaniti, Il siero della vanità non mantiene le promesse che lascia intravedere nei primi fotogrammi. Tutta la suspense svanisce nel giro di qualche minuto e ben presto ci si ritrova davanti agli occhi un prodotto sciapo, poco emozionante e addirittura avvilente. L'idea di un Maurizio Costanzo show al femminile non regge, così come non regge la parrucca bionda che fa di Francesca Neri una Raffaella Carrà "de noantri". Deprimente il "toro scorreggione" e da dimenticare il mago schizofrenico con la mania dei lucchetti. Leitmotiv della pellicola è questo voler indagare sulla vita di personaggi che avrebbero dovuto sfondare nel mondo dello spettacolo e che non ce l'hanno fatta o ci sono riusciti solo in parte. Da questo punto di vista, potremmo quasi dire che essa si avvicina molto ai tanti reality show che la televisione ci sta propinando in questo momento, in cui vecchie glorie di un recente passato mediatico ritornano a farsi vive su isole famose, case maya o fattorie catapultate indietro nel tempo.
Passando alle prove di recitazione possiamo dire che mentre Valerio Mastandrea nonostante il suo nuovo baldpate look non ha abbandonato totalmente il ruolo di quello sempre pronto a fare battute, la Neri si è perfettamente calata nei panni della giornalista cinica e pronta a tutto pur di avere uno scoop. La migliore resta però Margherita Buy la quale, purtroppo, nonostante si sforzi di zoppicare e di tirare fuori tutta la sua professionalità, non riesce a risollevare le sorti di questo film, fra i più inutili della cinematografia italiana.

Teresa Lavanga

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