Il segreto
Marie ha 35 anni. È sposata da 12 anni con François e ha un bambino di due anni. François vorrebbe avere un altro figlio ma lei non si sente pronta convinta di non fare la scelta giusta.
Il suo lavoro, vende enciclopedie, la porta un mattino da uno strano cliente, un ballerino americano di colore in crisi, Bill, di circa 50 anni che vive da solo nella villa di un amico, non uscendone mai.
Un approccio difficile che spinge però stranamente Marie a desiderare di incontrarlo di nuovo, fino a quando le conversazioni sulle loro vite non si trasformano in appassionate sedute di sesso.
Un segreto non facile da tenere nascosto, ma Marie non riesce a fermarsi, le appare impossibile troncare quella relazione che sa bene non la porterà da nessuna parte oltre al rischio sempre più reale di farle perdere marito e figlio.
François infatti scopre tutto e pur tentando di capire si scontra con l'ostinazione della moglie.
Il loro rapporto sembra frantumarsi pur restando forte l'amore dell'uno per l'altra.
Una storia difficile da raccontare e da comprendere. Virginie Wagon, giovane regista francese al suo primo lungometraggio, tenta di analizzare le motivazioni di una donna che tradisce per ribellarsi alle scelte che non sono veramente sue. Cerca volutamente di perdere tutti i punti di riferimento della propria vita e non ritrovare neppure se stessa, lasciando parlare solamente i propri sensi, inizialmente incapace di rendersi conto della profondità dell'abisso su cui cammina. La macchina da presa della regista e la sceneggiatura viaggiano leggeri sulla storia di Marie, la prima indugiando troppo sul desiderio del suo corpo, la seconda perdendosi in troppi silenzi. Ma è grande l'arte della Wagon nella scelta degli attori, Anne Coesens soprattutto: riesce a raccontare attraverso il suo viso mobile ed espressivo il sentimento insidioso che qualcosa nella vita della protagonista manca. Il sentimento di disagio e di incertezza, le zone d'ombra, sono il centro della storia di questa donna che come molte altre tenta di conoscere più profondamente se stessa, cosciente di rischiare di stritolare il resto della propria vita.
Valeria Chiari
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