La vita facile
Tornato a lavorare con la Fandango di Domenico Procacci, a otto anni da "Ora o mai più" (2003), Lucio Pellegrini passa dagli umani ai margini del mondo protagonisti del suo recente "Figli delle stelle" (2010) a due borghesi che, ex compagni d’università ed ora medici, interpretano in maniera opposta la loro professione.
Infatti, protagonisti de "La vita facile" sono Luca, con le fattezze di Stefano Accorsi, lavorante in un misero ospedale umanitario in Africa, e Mario, con quelle di Pierfrancesco Favino, dottore in una lussuosa clinica privata di Roma, i cui destini vennero divisi da Ginevra alias Vittoria Puccini, conosciuta insieme ma che, fatalmente, divenne soltanto la moglie del secondo.
La stessa Ginevra che finisce per stravolgere tutto quando, imprevedibilmente, decide di raggiungere l’Africa, dove Mario, in crisi di coscienza e alla ricerca di un senso che sembra aver smarrito nel lusso e nelle sicurezze della sua vita romana, ha invaso il regno faticosamente costruitosi da Luca lontano da tutto.
Quindi, con l’idea di conferire al tutto il sapore di un viaggio che faccia emergere, come un nervo scoperto, il lato emozionale dei personaggi, Pellegrini sfrutta i tre protagonisti di "Baciami ancora" (2010) all’interno di una commedia che, con echi di "MASH" (1970) di Robert Altman e "Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?" (1968) di Ettore Scola, non manca comunque di sfiorare argomentazioni decisamente più drammatiche come il tradimento e i guai finanziari, senza scadere mai nella retorica e nel facile buonismo.
Ma, con un cast comprendente anche gli ottimi Pietro Ragusa, Ivano Marescotti e Angelo Orlando, è soltanto l’inaspettato epilogo piuttosto amaro (o liberatorio, dipende dai punti di vista) a salvare in parte i circa 102 minuti di visione, destinati comunque a rimanere leggermente al di sotto della sufficienza e dominati quasi del tutto da un nevrotico Favino che, alle prese con le varie difficoltà africane spazianti dalla mancanza d’igiene alla disponibilità limitata di acqua, finisce per risultare meno divertente di quanto vorrebbe, mentre rimpiange gli ingorghi sul lungotevere e, tra una battutina e l’altra, sfoggia più parolacce del Christian De Sica natalizio.

La frase: "Io sono l’uomo che ti fa fare la vita facile che ci piace fare".

Francesco Lomuscio

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