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Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio











Quando uscì “Biancaneve e il Cacciatore” la favola resa immortale dalla Disney lasciò l'innocenza della casa di animazione per tornare in uno stile tipico dei fratelli Grimm, purtroppo però due dei personaggi più importanti, come il Cacciatore e la regina Ravenna, non sono stati caratterizzati come avrebbero meritato per lasciare la scena alla Biancaneve guerriera di Kirsten Stewart.
Lo scandalo sexy che ha coinvolto lei e il regista Rupert Sanders è costato all'attrice, oltre all'amore di Robert Pattinson, probabilmente il sequel del film.
La produzione ha scelto di creare due coppie di protagonisti/antagonisti: Chris Hemsworth ritrova dopo anni il suo amore perduto Sara interpretata da Jessica Chastain e se la dovrà vedere con le temibili regina di ghiaccio Freya, un'affascinante ed efficace Emily Blunt, e con Ravenna interpretata da una stupenda e d’orata Charlize Theron.
Il film è sin dalle primissime battute un mix che ripropone i prodotti vincenti del fantasy contemporaneo: troppi i riferimenti a “Il Signore degli Anelli” e a “Game of Thrones”, con una scena particolare con protagonista Hemsworth che sembra venire dritta dalla serie tv prodotta dalla HBO. Purtroppo la pellicola non trasmette quasi mai epicità e la scrittura della sceneggiatura lascia molto a desiderare, nonostante le new entry sfoggino un’ottima performance.
Clamorosa e ai limiti del plagio è il personaggio di Freya, praticamente la trasposizione reale di Elsa in un live action neanche si stesse proiettando “Come d’Incanto”. I fan della serie tv “Merlin” potranno ritrovare il loro Merlino, anche se qui il suo ruolo sarà ben meno glorioso.
La regia dell'esordiente Cedric Nicolas-Troyanè, già direttore della seconda unità nel primo film e in “Maleficent” risulta debole e mai coraggiosa, quasi che il regista si limiti a svolgere il compitino senza alcun picco. Non parliamo dei nani, che lì si che copiare Tolkien sarebbe stato quantomeno producente.
I problemi di scrittura probabilmente derivano dalla folle idea di puntare sull’humor dello sceneggiatore della saga di “Scary Movie” Craig Mazin.
Il genere fantasy ormai sembra aver imboccato una tremenda discesa, almeno al cinema, per quanto riguarda un’originalità propositiva e c'è bisogno di nuovi e coraggiosi tentativi.
Il film prova a lanciare il messaggio che alla fine l'amore vince su tutto, anche questo di estrema banalità e alla fine agli spettatori resterà molto poco di un'opera che poteva dire davvero tanto e che invece non sarà dimenticata probabilmente per gli incassi e per essere parte della filmografia di alcune star assolute.

La frase:
"Gli uomini hanno dimenticato cosa vuol dire aver paura, ora lo ricorderanno".

a cura di Thomas Cardinali

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