Sos Laribiancos - I dimenticati
Film verità, ma non un documentario, anzi al contrario: con "SOS Laribiancos - I dimenticati" Piero Livi racconta con attenta partecipazione la vita di un gruppo di soldati sardi chiamati al fronte russo.
Liberamente tratto da un romanzo dello scrittore sardo "Quelli dalle labbra bianche", il film parla di un gruppo di povera gente, che da un piccolo e dimenticato paesino della Sardegna, si ritrovano fra le nevi della Russia a combattere una guerra di cui non sanno nulla e non conoscono nulla.
Stretti nelle cuccette, mangiati dai pidocchi, affamati e inebetiti dal freddo e dalla paura, riescono attraverso il ricordo, a vedere la loro vita al paese, pur fatta solo di miseria e fame, come un sogno al quale agognare di tornare.
Dimenticati nella neve, in un freddo che li attanaglia, gli uomini di Arasolè, passano il tempo a difendersi da un nemico che è "nemico del continente" e non il loro, e dalla follia che raggela la mente come il freddo fa con il corpo. Appostati nel Caposaldo 3 della Linea K, vicino ad un boschetto, aspettano immobili seguendo gli ordini di Capitani e Maggiori che li disprezzano. E mentre aspettano, raccontano, a se stessi e allo spettatore, le loro vite al paese: Culobianco che suona le campane in chiesa, saggio e filosofo; Tric Trac che vende angurie e recita versi; Sciarlò che adora raccontare le immagini dei film dell'attore che ammira e; Mammuttone che si innamora perdutamente della prostituta del paese, riuscendo persino a convincerla a sposarlo. C'è anche Don Orvenza, il ricco del paese con la bella moglie che lo fa cornuto con lo stalliere.
Eppure questi uomini induriti dagli stenti non perdono l'ironia che li fa sopravvivere, alleggerendo il dolore e la disperazione che li conduce alla fine a disseppellire e mangiare i compagni morti.
La sceneggiatura si disvela su due piani: il paese di Arasolè, assolato e dai colori brillanti, e il fronte, gelido e freddo.
Nessuna inquadratura d'effetto, nessun impiego di grandi mezzi ma solo i personaggi, tutti straordinari - tutti attori sardi - con le loro storie e le loro parole mescolate ad un dialetto a volte incomprensibile, ma sempre musicale e ritmato.
Valeria Chiari
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