FilmUP - Recensione: Hurensohn

Hurensohn
Tratto dall'omonimo romanzo di Gabriel Loidolt, purtroppo non ancora tradotto in Italia, ecco un piccolo film austriaco, che incuriosirà molti e deluderà qualcuno: la storia di Ozren, il "figlio di puttana" del titolo, che vive l'infanzia e l'adolescenza convinto che la madre Silvija (l'affascinante Chulpan Khamatova di Luna Papa e Good Bye, Lenin!), faccia la cameriera e in realtà, come già detto, è una puttana.
Poi il tempo passa, il ragazzo scopre la verità, ma non vuole accettarla fino in fondo.
Il trauma vero arriva quando a 16 anni, la donna gli dice che è abbastanza grande per vivere da solo, gli lascia la casa, un po' di soldi, dei vestiti e va a lavorare "in proprio", in un luogo di cui al figlio non è dato conoscere neanche l'indirizzo.
Ozren cercherà di andare in fondo alla questione, pedinando la madre e rintracciandola attraverso un numero di telefono, ma pagherà amaramente il prezzo della sua curiosità... e del suo amore. Lo scriviamo perché, come ha dichiarato il regista Michael Sturminger, questo film non è altro che una storia d'amore: quello impossibile tra Ozren e Silvija. E il tema di fondo non è la prostituzione, ma il dramma di dover convivere con essa. Negli ambienti a luci rosse infatti si entra di soppiatto, magari dalla porta di servizio, oppure ci vengono mostrati da uno spioncino, ma non sono mai raccontati con crudeltà o compiacimento. Il bordello ad esempio, quasi con fare documentaristico, si vede solo mentre si fanno le pulizie e non quando è aperto.
"Hurenson" comunque, si rivela abbastanza noioso e ridondante nella prima parte, ma si riscatta con il finale drammatico: merita anzi una citazione a parte, se non altro per bellezza cromatica e stilistica, la scena che precede i titoli di coda. E che noi, naturalmente, eviteremo di raccontare.

Francesca Onorati

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