Aspettando "The Green Hornet", secondo me da recuperare anche quest'opera prima di Michel Gondry, "Human Nature" appunto, oltre naturalmente al giocoso (e splendido) "Be Kind Rewind" e all'imperfetto ma accattivante "L'arte del sogno".
Film appensantito, aggrovigliato, screanzato e grottesco, densissimo di umori caustici, surreali, estremi (Tim Robbins che parla in qualità di narratore onnisciente da un candido al di là con tanto sanguinolento buco sulla testa, per esempio...). Lo script alienato di Kaufman teorizza con lucida follia, scompiglia, eccede, affronta per vie traverse il tema dell'evoluzionismo e tra una scenetta fuori di testa e l'altra scoperchia una contraddizione di fondo fondamentale: la natura umana é sostanzialmente scimmiesca (la donna pelosissima, l'ottimo Rhys Ifans che non resiste dinanzi alla prospettiva di sodomizzare il poster di una maggiorata nonostante le scariche elettriche...), ma l'involucro della vita in comunità ci costringe in fin dei conti a rinnegarla puntualmente, in un modo o nell'altro. Tutto sommato niente di nuovo, ma rispetto a Rousseau e Thoreau (che paragoni ingombranti...) il tema della "primitività" della human nature originaria, non corrotta dalle restrizioni sociali, é sviluppato dalla ditta Gondry-Kaufman con un fervore schizofrenico molto contemporaneo (complice anche il finale vagamente "inceptioniano"). Chissa' se questo film l'avesse diretto Soderbergh, com'era previsto prima che prendesse su di sé la regia di "Out of Sight". Probabilmente non ne avrebbe cavato un ragno dal buco, o quasi. Da sottolineare l'irruzione sulla scena di Peter Dinklage, il nano di Funeral Party, e la sequenza in cui vengono cancellate dalla mente di Ifans le "frasi fatte" (sei proprio bella stasera etc...): da antologia dell'immaginifico.
Questo è uno di quei (rari) film che hanno molto da dire. Sulla società, sull’uomo, sulla natura e sulla libertà in generale. Nathan è uno scienziato freddo e razionale, bloccato nelle sue emozioni e ossessionato dal progetto di insegnare il bon ton a dei topolini da laboratorio.
Lyla, la sua ragazza, è un’animalista innamorata della natura, ma ha un segreto che tiene nascosto a Nathan per paura di essere rifiutata: ha il corpo ricoperto di peli animaleschi, ed è perciò costretta a radersi via quotidianamente.
Insieme i due si imbattono in Puff, “uomo-scimmia” (interpretato dal bravissimo Rhys Ifans) allevato e poi abbandonato nella foresta, lontano dalla civiltà. Nathan lo costringerà a tornare nella civiltà e con la scusa del reinserimento ne fa un fenomeno da laboratorio. Inoltre, interverrà a sconvolgere i già delicati equilibri tra Lyla e Nathan la dolce assistente francese di quest’ultimo…
Una sceneggiatura geniale e significativa degna del miglior Charlie Kaufman, densa di riflessioni sulla natura dell’uomo appunto, sempre pronto a limitare la libertà altrui per subordinarla ai propri deliri. E’ anche una critica alla società umana, che facendo leva sui bisogni naturali (nella fattispecie il bisogno di essere amata per Lyla, il bisogno di accoppiarsi per Puff) impone le proprie regole, in qualche caso aberranti, in qualche caso disumane, e pretende di farle passare come unica via possibile.
Unica via se non possibile, comunque irreversibile, come dimostra Puff, che da Nathan, assieme alla cultura, alla parola e al gusto finisce per apprendere anche la doppiezza, l’ipocrisia e la falsità, la capacità di approfittarsi della situazione in cui è stato costretto e a cui non sa più rinunciare.
E’ una metafora semplice e allo stesso tempo geniale, narrata in modo surreale, a tratti, e diretta in modo magistrale dall’estrosa fantasia visiva di Gondry.
Un cast di attori molto bravi per un film profondo, convincente e anche molto, molto divertente.
L'ho scoperto scavando nella filmografia di Rhys Ifans, memore di altre commedie comiche recitate da questo personaggio. Sarà la casualità, ma sono rimasto ancora una volta sorpreso in positivo. Nella sua semplicità ed ironia questo film fa riflettere!!!
altra perla di questo regista magnifico. Lo consiglio a tutti per la sua originalità. Surreale e poetico. Una commedia amara che farà riflettere e sorridere.
Ho affittato il film per caso, ma sono rimasto felicemente sorpreso. E' divertente, toccante, originale, adatto a tutti. E fa anche pensare. Gli do un nove.