Ghost Rider - Spirito di vendetta
Motocicletta, catena come arma e, soprattutto, fattezze di scheletro infuocato, Johnny Blaze, di nuovo con il volto di Nicolas Cage, torna sul grande schermo a quattro anni da "Ghost rider" (2007), diretto dal Mark Steven Johnson che, in fatto di trasposizioni cinematografiche da carta disegnata, già si era occupato del “Daredevil” (2003) con Ben Affleck e Jennifer Garner.
E sono Mark Neveldine e Brian Taylor a curare la seconda avventura su celluloide dello stunt motociclistico targato Marvel Comics che, a causa di un patto con il Diavolo, è costretto ad assumere nottetempo l’identità del cacciatore di demoni del titolo.
Seconda avventura che, distribuita in 3D a differenza della precedente, testimonia la presenza dei responsabili del dittico "Crank" dietro la macchina da presa già a partire dal prologo, dominato da azione a base di serrato montaggio e virtuosismi tecnici per introdurre l’incontro con Moreau alias Idris Elba, leader di un gruppo di monaci ribelli; dopo il quale il protagonista decide di salvare dalle grinfie sataniche il piccolo Danny, cui concede anima e corpo Fergus Riordan, e liberarsi una volta per tutte dalla maledizione che lo perseguita.
Quindi, con un cast comprendente anche un ritrovato Christopher Lambert e la nostra Violante Placido in chiave action girl, un soggetto che non può fare a meno di richiamare alla memoria quello sfruttato in "Drive angry" (2011) di Patrick Lussier (non a caso, anch’esso con Cage protagonista) e che, rispetto al primo film, tende ad accentuare il lato horror della vicenda; a partire dalla presenza del cattivo Ray Carrigan interpretato da Johnny Whitworth, capace di decomporre le persone al tatto.
Con risultati che, con ogni probabilità, riescono nell’impresa di superare quelli mediocri della pellicola di Mark Steven Johnson, complici una maggior cura estetica e il generale look decisamente più darkeggiante e visionario; riducendosi, però, in fin dei conti, a "regalare" novantacinque minuti all’insegna esclusiva della spettacolarità, con 3D volto a sfruttare più la profondità delle immagini che il rilievo e tipico mix fracassone di Neveldine e Taylor, i quali, tra abbondanza di esplosioni, riprese frenetiche e hard rock martellante, scelgono perfino di propinare la trashissima figura di Ghost rider che urina fuoco (!!!).
Di sicuro, piacerà più ai maniaci irriducibili dei videogiochi che agli amanti dei fumetti.
La frase:
"Non importa quanto scappi lontano, ci sono demoni a cui non puoi sfuggire".
a cura di Francesco Lomuscio
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