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Paura.com
Paura.com (http://feardotcom.warnerbros.com), ovvero il terrore ai tempi di internet.
Dopo che il telefono e la televisione sono stati ampiamente utilizzati come strumenti di paura nei thriller da "Il terrore corre sul filo" fino al più inquietante "Poltergeist", mancava ancora qualcuno che utilizzasse sapientemente i computer e la rete per diffondere orrore e morte. A colmare il vuoto, ci pensa William Malone ("Il mistero della casa sulla collina"), ma i risultati non sono eccelsi.
L'idea in realtà non sarebbe neanche male: ti connetti al sito www.feardot.com, che ti accoglie con immagini terrificanti, grida di terrore e una donna bellissima che, chiamandoti per nome (ma come fa?), ti invita a giocare. Naturalmente non resisti alla curiosità (in fondo, come suggerisce il film, la morte e le catastrofi in genere da sempre fanno spettacolo) e in 48 ore, se non vinci, sei destinato a morire delle tue peggiori paure, ucciso da allucinazioni inspiegabili e forti emorragie dal naso e dagli occhi, degne di un emofiliaco.
Ma a questo punto sono già 3 le domande che sorgono spontanee allo spettatore: perché muori? Perché impieghi proprio 48 ore? E cosa c'entra l'emofilia?
A risolvere il caso vengono chiamati Mike Reilly, l'investigatore interpretato da Stephen Dorff ("Blade"), e Terry Houston, una ricercatrice del Ministero della Sanità che ha il volto irregolare di Natascha McElhone ("Solaris", "The Truman Show"). Il film si snoda così tra situazioni terrificanti ed eventi mal collegati, sciorinando tutto il repertorio tipico dei film di paura: presenze inquietanti (la bimba bionda, innocente emissario di morte, ha decine di antecedenti che sarebbe prolisso elencare), insetti, palazzi fatiscenti, cadaveri decomposti, anime dei morti. Sembra quasi di entrare in una di quelle Case della paura presenti nei Luna Park, dove sei costretto a seguire un percorso obbligato e sai già che ci sarà buio, fumo, luci intermittenti, maschere terrificanti e qualcuno dietro l'angolo che farà buu. Peccato davvero, visto che nel cast c'è anche Stephen Rea (questa volta senza Neil Jordan), il sadico dottore, dietro la cui responsabilità si nascondono le morti inspiegabili delle vittime.
"Paura.com", insieme a "The Eye" e "My Little Eye", si inserisce perfettamente nel filone horror che sta invadendo le sale in questi giorni, dopo il magnifico esordio di "The Ring" all'inizio della stagione cinematografica. Nonostante l'attuale situazione politica, storica e internazionale offra numerosi spunti per angosciare i cittadini di tutto il mondo, è innegabile che il cinema stia contemporaneamente riscoprendo questo genere, le cui potenzialità, da sempre mal sfruttate, l'hanno relegato il più della volte a produzioni di serie b, rivolte specialmente agli amatori. Questo caso non fa eccezione, nonostante il massiccio impiego di effetti speciali (a cui ha collaborato anche l'italiana Green Movie Group): non ci sono momenti indimenticabili, né scene che passeranno alla storia come cult. E William Malone non è Wes Craven.
Francesca Onorati
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