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Fast and Furious - Solo parti originali
Senza perdere tempo, si comincia immediatamente con un serrato inseguimento-colpo ai danni di un camion che trasporta carburante nella Repubblica Dominicana, mentre ritroviamo in scena sia Vin Diesel ("Pitch black") che Michelle Rodriguez ("Resident evil"), di nuovo nei panni dell’ex galeotto Dominic Toretto e dell’amata Letty, protagonisti di quel "Fast & furious" (2001) che, diretto da Rob Cohen, vedeva Paul Walker ("8 amici da salvare") nel ruolo di Brian O’ Conner, poliziotto californiano infiltrato nell’ambiente delle corse clandestine.
Se poi aggiungiamo anche la bella Jordana Brewster ("Non aprite quella porta-L’inizio"), impegnata a concedere ancora una volta anima e corpo al personaggio di Mia, sorella di Toretto, è chiaro che il cast del capostipite sia stato appositamente riunito per questo quarto tassello della serie, il cui soggetto va a collocarsi tra "2 fast 2 furious" (2003) di John Singleton, con il solo Walker affiancato da Tyrese Gibson ("Four brothers"), e "The fast and the furious: Tokyo drift" (2006), caratterizzato da un cast di giovani e poco conosciuti volti in vena di adolescenza sbandata su quattro ruote e firmato dallo stesso Justin Lin ("Annapolis") che troviamo dietro la macchina da presa anche qui.
E’ infatti prima degli eventi di Tokyo che si svolge il nuovo incontro a Los Angeles tra O’ Conner e Toretto, il quale, deciso a muovere una personale vendetta contro uno spacciatore sociopatico, cerca di guadagnarsi, insieme all’agente, un posto tra i delinquenti che fanno passare l’eroina quasi pura dalla frontiera del Messico attraverso tunnel scavati nelle grotte.
Tunnel in cui, ovviamente, i due non mancano di sguazzare a bordo dei bolidi di turno, mentre risulta evidente l’abbandono dell’universo teen descritto nel precedente episodio al fine di riallacciarsi a quello del poliziesco ad alta velocità.
Anche se, a causa di una formula probabilmente ormai stanca e ripetitiva, perfino le frenetiche e turbolente sequenze delle gare finiscono per apparire noiose, tanto più che l’argomento cardine delle sfide automobilistiche non fatica a rivelarsi un marginale pretesto per poter catalogare all’interno della serie quella che, privata di copertoni fumanti e asfalto rovente, non sarebbe stata altro che una qualsiasi police story alla "Miami Vice" (2006) di Michael Mann. Al quale, tra l’altro, sembra ispirarsi in diversi momenti.
La frase: "Un corridore vero sa sempre cosa c’è nella sua macchina".
Francesco Lomuscio
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