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La battaglia degli imperi - Dragon BladeLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Thomas Cardinali20 giugno 2016
"La Battaglia degli Imperi - Dragon Blade" è l’esempio di come una buona storia possa essere rovinata da un cast artistico e tecnico non all’altezza. Il film parla delle vicende, realmente accadute, di una squadra di guerrieri guidati da Huo An (Jackie Chan) che da anni difendono la via della seta che prima si scontra con la regione romana del generale Lucio (John Cusack) e poi ne diventa amica e insieme riescono a ricostruire la città ai famosi "Cancelli delle Oche selvatiche". Il tema della guerra a Tiberio, figlio del Crasso colpevole di aver ucciso il padre e reso cieco il figlio più piccolo, è soltanto il pretesto per raccontare una storia d’amicizia tra i guerrieri d’oriente e i legionari romani. Se le prove degli attori deludono perché ci si aspettava di più da nomi come John Cusack, Jackie Chan e del vincitore dell’Academy Award Adrien Brody è soprattutto la regia di Daniel Lee ad essere nettamente insufficiente: si passa da scene action ad alcune più comiche, fino a sfociare nel melodramma il tutto senza un’armoniosa struttura in sequenza per le scene, con un montaggio che rende la visione del film pesante, quasi noiosa.
C’è da dire che raramente di recente abbiamo assistito ad un doppiaggio tanto pessimo ed in grado di far perdere tantissimo al film, che forse in lingua originale avrebbe esaltato due grandi attori come il recente interprete di Brian Wilson in "Love and Mercy" e il premio Oscar per "Il Pianista". L’effetto poi palesemente eccessivo dello slow motion in alcune scene è assolutamente fuori luogo per la tipologia di film. La cosa migliore dell’opera è sicuramente il giovane Publio, interpretato da Jozef Liu Waite che si è dilettato anche in alcune canzoni piacevoli. Queste restano l’unica musica adeguata del film dato che anche la colonna sonora lascia molto a desiderare. A livello tecnico c’è da fare un plauso invece sia alle scenografie, alcune nella città ricostruita davvero spettacolari, e ai costumi che rispecchiano pienamente senza sbavature quelli dell’epoca. Le coreografie action sono spettacolari e realizzate grazie all’ausilio di un ottimo team, ma diventano purtroppo ripetitive e la durata dell’opera sembra molto maggiore rispetto ai 101’. Risulta ridondante il messaggio di amicizia e dell’umiltà dell’uomo comune presente in molti film di Jackie Chan. Forse avrebbe meritato maggiore spazio la parte storica rispetto a quella caratterizzante dei personaggi, anche perché il film poggia prevalentemente sulle interpretazioni dei quattro protagonisti principali. Huo An riunisce i guerrieri di 36 nazioni di etnie diverse per combattere, insieme ai legionari di Lucio, Tiberio in una battaglia epica che però, almeno visivamente di epico ha ben poco. Sette anni di lavorazione e un cast stellare dunque non rendono pienamente giustizia alle vicende storiche dello scontro tra romani e cinesi sulla "Via della Seta", ma è stato comunque interessante vedere le contaminazioni dei due stili cinematografici unirsi in alcuni passaggi piacevoli e che aprono nuovi interessanti scenari per l’evoluzione cinematografica di entrambi. La frase dal film:
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