Déjà Vu - Corsa contro il tempo
Chissà se lo psicologo Arnauld nel 1896 si sarebbe mai immaginato che introducendo il termine "déjà vu" avrebbe dato vita centodieci anni dopo ad un film di Tony Scott. Lui voleva giusto indicare il fenomeno per cui un soggetto ha la sensazione di aver già vissuto un certo evento anche se sa bene che non è vero, non certo dare il via ad una fantascientifica lotta del presente contro il passato.

E' infatti su questo che si basa "Déjà-vu- Corsa contro il tempo". Protagonista il mille volte poliziotto Denzel Washington. Suo obiettivo è capire chi ha fatto esplodere causando centinaia di vittime un battello a New Orleans, e semmai si potesse, evitare proprio che accada.

Di ritorni al futuro, time machine e roba simile se ne sono visti tanti al cinema, tanto da averci reso tutti esperti sulle possibili conseguenze per ogni modifica che tornando indietro si prova a fare di un evento già avvenuto ("la distruzione potrebbe essere molto circoscritta e limitata alla nostra galassia" diceva Doc a Micheal J.Fox e Claudia Wells). Tony Scott gioca quindi su un terreno abbastanza conosciuto dallo spettatore, in cui si può chiudere un occhio alle logiche incongruenze narrative (come si può cambiare un passato quando anche il nostro presente è un passato di qualcosa?) visto che lo si è già fatto tante volte per altri film. La sua abilità è quindi quella di riuscire a confezionare un prodotto carico di adrenalina, con scene d'azione tirate al massimo e un generale senso d'ansia dall'inizio alla fine. Certo, la virata sul "fantastico" fa rientrare "Déjà-vu" nell'ambito dei thriller di fantascienza (fino a quel momento nonostante tutto fosse alquanto inverosimile, poteva esserci un perché) e a quel punto, saputo che tutto è possibile, l'attenzione potrebbe un attimo allentarsi, ma non c'è tutto questo tempo per pensarci (a fine proiezione si, ma stiamo parlando di un film di puro intrattenimento). Stona invece la motivazione del "cattivo", davvero puerile, quasi che non si volesse calcare troppo la mano con gli aspetti politici fanno da sfondo alla narrazione.
Al di là di tutto, si potrebbe azzardare un parallelo tra la storia raccontata e la situazione di quella New Orleans cui il film è dedicato. La tragedia dell'uragano Kathrina come evento che non potrà essere cancellato, ma che si tratta senza dubbio di un errore "divino". Il senso del sacrificio, e la speranza che tutto prima o poi, tornerà come prima. Probabilmente però si tratta di forzature da critico.

La frase: "Per una vita ho catturato gente che aveva commesso cose orribili. Per una volta vorrei prendere una persona prima che faccia cose orribili".

Andrea D'Addio

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