Come si fa un Martini

Già dal titolo capiamo che ci troviamo di fronte ad un film diverso: "Come si fa un Martini" è una tipica frase senza senso poiché si tratta di un cocktail le cui percentuali e la cui preparazione varia da barman a barman (esistono più di 500 diverse ricette); quindi non esiste un'unica verità, ma diversi punti di vista della stessa. Una discussione totalmente speculativa dove tutti possono avere la loro opinione, un pò come i discorsi che animano i tavoli del "Bleu", un ristorante alla moda di Milano, dove i protagonisti si ritrovano in quella che sembra essere una serata qualunque, ma che per ognuno di loro diventerà un tassello fondamentale della loro vita.

Kiko Stella, il regista, prende spunto dai racconti di Marina Mizzau, tendenzialmente storie brevi, per dipingere un più ampio affresco costituito dall'analisi dell'animo di vari gruppi di persone. Abbiamo così un gruppo di intellettuali (Flavio Bucci, Bruno Armando, Maria Monti, Diego Ribon, Alona) convenuti per festeggiare un compleanno ma che si lasceranno trasportare su riflessioni sull'italico stato, una coppia in crisi (Antonio Catania, Branca de Camargo) che tenta di spillare soldi alla mamma (Adria Asti), un figlio in perenne conflitto con il padre (Ennio Fantastichino e Giulio Brogi), una giovane donna succube del suo amante più maturo (Fabrizia Sacchi e Michel Rocher) e due coppie che si tradiscono (Monica Scattini, Flavio Bonacci, Elena Sofia Ricci e Ivano Marescotti). Al di fuori della sala il barman, il matre e la proprietaria (orsetta de Rossi, Luis Molteni e Luigi Montini) e due timidi innamorati (Maria Consagra e Renato Sarti). Insomma ce ne è per tutti i gusti.

Le storie si sfiorano, si toccano e a tratti si sovrappongono, il tutto all'insegna di un certo pessimismo sulla durata dei rapporti d'amore che vuoi per un motivo o per l'altro tendono a sfaldarsi, e quando non lo fanno ci mette lo zampino il destino. Sicuramente al successo contribuisce un cast eccellente, raccolto non senza sforzi da Kiko Stella, in cui i ruoli sono stati attentamente vagliati operando scelte coraggiose (e vincenti), su tutti l'esempio di Monica Scattini, per la quale all'inizio si era pensato al consueto ruolo brillante e poi si è optato, invece, per una parte drammatica davvero ben riuscita.

Curiosità: il film giaceva in nel limbo da quasi due anni, essenzialmente perché non godeva del contributo statale. Finalmente la produzione è riuscita a distribuirlo in maniera indipendente contattando direttamente i gestori delle sale. In bocca al lupo!

Frase: non proprio relativa al film, ma Dorothy Parker sul Martini, che molti considerano un cocktail "leggero", usava dire che dopo i primi due, al terzo si finisce sotto il tavolo, ed al quarto sotto la persona che ti ha accompagnato fuori!

Indicazioni:
Per chi cerca qualcosa di diverso.

Valerio Salvi

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