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Another Earth











Rhoda Williams (Brit Marling) ha diciassette anni e una grande passione per l’astronomia e per il viaggio d’esplorazione. Una sera, tornando a casa da una festa, sente alla radio la notizia della scoperta di un nuovo pianeta, speculare al nostro, chiamato Terra 2; alza gli occhi al cielo, lo vede e ne rimane affascinata. La distrazione la porterà a schiantarsi contro l’automobile della famiglia Burroughs; unico sopravvissuto è John (William Mapother), il capofamiglia, che si risveglia dopo quattro anni di coma proprio nel periodo in cui Rhoda esce di prigione. La ragazza prova uno schiacciante senso di colpa ed è decisa a farsi perdonare.
È interessante notare che tra le primissime inquadrature del film c’è un’immagine del pianeta Giove, ripresa da un satellite, che vediamo "animarsi" a poco a poco: si tratta di una serie di scatti che se visti in rapida successione danno l’impressione del movimento reale del pianeta; "Another Earth" si apre dunque con una metafora del cinema. Un atteggiamento riconducibile alla concezione moderna della settima arte, come è moderno del resto lo stile dell’intera opera, a partire dalla regia. Mike Cahill sceglie di girare la sua opera prima con la stessa telecamera che usa anche per i documentari, ricavandone una visione poco statica, sempre precaria, fatta quasi esclusivamente di zoom in e out (che a volte però possono risultare fastidiosi). Il suono è praticamente solo diegetico, non c’è colonna sonora – se non un breve tema che sentiamo un paio di volte - e molte inquadrature ci mostrano Rhoda che cammina sola, in silenzio; il risultato è un forte senso di alienazione. Sembra quasi che la protagonista sia un essere proveniente da un altro lontanissimo pianeta che non è la Terra, ma che non è nemmeno Terra 2. Il messaggio è chiaro: chi commette un reato rimane "sporco" per sempre, diventa inadatto a qualunque situazione, non si sente più a casa in nessuno luogo.
Il tema del complesso di colpa non è l’unico ad animare "Another Earth" che si rivela un film densissimo di tematiche e interessanti spunti di riflessione: tra tutti, emergono i temi del viaggio e della scoperta; successivamente il tema dell’incontro con l’altro altro (si ipotizza che il nuovo pianeta, in quanto speculare alla Terra, sia abitato da "doppi" dei terrestri). Cahill decide di inserire nella sua storia anche un caso mediatico (la scoperta di Terra 2 e il concorso per andare a visitarlo) che si prolunga negli anni e che influisce sempre di più sull’opinione pubblica. Si tratta dunque di un film complesso ma comunque comprensibile grazie all’abilità e alla comunicabilità del regista, che firma anche la sceneggiatura – oltre che la fotografia e il montaggio – insieme alla Marling.
In conclusione, vale la pena sottolineare che la scelta di Rhoda di lavorare in una ditta di pulizie, in un liceo e a casa di John, esprime bene l’unico scopo che alla ragazza è rimasto di perseguire: sistemare le cose, mettere in ordine ciò che è caotico, ma soprattutto, lavare via la colpa.

La frase:
"Lassù c’è un altro me".

a cura di Fabiola Fortuna

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