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Amici come noi











Prendete il produttore (Pietro Valsecchi) del successo dei record Sole a Catinelle con protagonista Checco Zalone e il regista (Enrico Lando) del film I Soliti Idioti, una delle realtà comiche televisive più in voga degli ultimi anni e avrete buona parte di Amici come noi.

Pio e Amedeo, che vengono dalla televisione e soprattutto da Le Iene, qui sono due amici per la pelle, vivono nella loro Foggia, ritratta più paesana che mai e gestiscono un’improbabile attività di pompe funebri. Pio sta per sposarsi con Rosa (Alessandra Mastronardi), ma scopre un video su internet a luci rosse, che sembra avere per protagonista la sua ragazza. Pio annulla le nozze e cerca di ricominciare con l'amico Amedeo passando per Roma, Milano e Amsterdam.

Il punto di forza è forse l'esser riusciti a non far odorare il prodotto di televisione, il rischio più grande visto che i protagonisti hanno finora lavorato solo in tv. Ne I Soliti Idioti, per rimanere ancorati ad un prodotto firmato dallo stesso regista, si sentiva molto di più il velo televisivo, il peso di qualche gag/sketch funzionante solo sul piccolo schermo. Qui invece il prodotto sembra a sé stante, più curato e partorito a livello cinematografico.

Tuttavia, a prescindere dal gradimento della coppia Pio-Amedeo (a proposito, sembra quasi che ormai i comici possano venire solo dal sud o non riescono a far ridere), la sceneggiatura è veramente costruita nel modo più standard possibile. Per certi versi, non è necessariamente un male, anzi: attenersi a modelli consolidati nei secoli dei secoli è spesso garanzia di un successo, quantomeno nel ritmo e nella meccanica del film. Considerando che qui il “rischio” era già quello di portare al cinema un duo che aveva visto la luce solo in televisione, una scelta così standardizzata è tutto sommato accettabile. Ma il problema è anche quello che si mette dentro alla sceneggiatura e nel film di Lando ci si butta in un vortice che lascia spazio solo al trito e ritrito e ad una storia che, pure quando evolve, lo fa nel modo più elementare possibile.

I momenti migliori restano quelli dove si ride e basta: quando il film vuole offrire spunti di riflessione, o concedersi delle pause per entrare più in profondità, diventa noioso e forzatamente melodrammatico, quasi patetico, anche perché mostra tutta l'ostentazione di tali situazioni. A quel punto meglio la gag, più o meno riuscita, per suscitare la risata.

Amici come noi rimane un tentativo rischioso, spremuto e azzardato fino all'osso, sulla scia del successo dell'ultimo film di Zalone. A tratti può far sorridere, ma non esce mai dallo schema di una struttura stra-consolidata e da situazioni utilizzate decine e decine di volte. Magari è una parziale garanzia per il botteghino e il rischio generale è limitato, ma il prezzo da pagare è quello di un occhio che non si gode la sua parte.

La frase:
- Escort: "Se mi dai mille euro stasera vengo a casa tua e faccio tutto quello che vuoi"
- Amedeo: "Se vieni a casa minimo con mille euro mi devi ristrutturare il soggiorno, la camera da letto e il bagno".

a cura di Matteo Colibazzi

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