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$9.99
Basato su alcuni dei racconti del giovane scrittore Etgar Keret (di lui anche il libro da cui è tratto il bel Wristcutters: A love story), $9.99 è un film in stop motion (alla Nightmare before christmas, per intenderci) molto particolare per come utilizza quella che è spesso considerata una tecnica per realizzare film che siano d'animazione (e, di riflesso, per favole o quasi) su di una sceneggiatura tra il drammatico e il grottesco, non certo adatta, comunque, ad un pubblico giovanile.
Un condominio, tante vite divise tanto vicine da poter sentire l'una gli sbadigli dell'appartamento a fianco, quanto lontane quando l'ascolto deve essere volontario. Trait d'union delle varie vicende è una famiglia di tre uomini: un padre dimesso e stanco della vita, un fratello che lavora in una ditta per i pignoramenti ed un altro più giovane (che trarrà le fila del racconto) che non riesce a trovare la propria dimensione nell'ambito lavorativo, ma che si concentra sul vero significato della vita.
Sono loro tre che ci mettono in contatto con gli altri protagonisti della vicenda. Tutti uomini soli (sono quasi assenti i personaggi femminili) che tentano, invano, ad allacciare rapporti (d'amore, d'amicizia), tutti schiacciati da una sorta di limbo che non gli dà la forza per alzarsi e prendere le redini della propria esistenza, ma che li lascia lì a macerare tra illusioni e mezzi sorrisi.
La malinconia che li lega, un sentimento che non trova soluzione neanche con la fede, viene più volte mitigata da satiriche battute o da situazioni tanto fantastiche quanto apprezzabili per l'originalità. Il collante musicale e di montaggio tra le varie situazioni fa sì che il tutto risulti interessante fino alla fine, anche se la compattezza formale non risulta altrettanto riuscita per ciò che riguarda i contenuti. E' vero che è rintracciabile, e sopra ne abbiamo parlato, un tono unico nella trama, ma i tanti lacci lanciati non sono troppo coesi; lasciano che ognuno ci veda quello che vuole. Magari è un modo un pò furbo, magari però è meglio così, soprattutto se l'alternativa sarebbe stata un film a tema.
La frase:
- "Mi scusi, ha da accendere?"
- "Si, ecco"
- "Ha anche una sigaretta?"
Andrea D'Addio
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