Questione di punti di vista
Ha un sapore di antico il nuovo film del regista francese Jacques Rivette, o come dice anche il suo protagonista Sergio Castellitto in conferenza stampa "è un film archeologico" perché porta in se il DNA del vero cinema d’autore.
Presente in Concorso alla 66esima Mostra del Cinema, "Questione di punti di vista" ha una trama molto semplice. Kate (Jane Birkin) è tornata dopo tanti anni a lavorare nel circo di famiglia e per caso incontra Vittorio (Sergio Castellitto). Lui rimane folgorato sia dalla donna dal passato misterioso che dal mondo del circo, e decide di seguire entrambi per qualche giorno. E questa sua folgorazione per il circo, che si trasforma in affetto anche per chi lo tiene in vita, è tale da portare Vittorio a viverlo in prima persona, trasformandosi per un attimo in un improbabile clown che filosofeggia sulla vita e l’arte.
Jacques Rivette è molto bravo a far vivere i personaggi senza raccontare nulla di loro.
Nulla sappiamo di Vittorio, da dove viene o dove sta andando, ma la sua presenza è fondamentale perché cambierà il destino di Kate e di tante altre persone. La sua funzione, in questa storia semplice nel suo scorrere ma complessa per l’intreccio di sentimenti in essa, è quella di un angelo salvatore, del deus ex machina che libera Kate dal suo passato e dal suo grande dolore.
Vittorio è il risolutore della storia, e si fonde con essa dopo esserne stato spettatore.
Fondamentale è anche il luogo spaziotemporale dove la vicenda si svolge, il circo. Rivette abbandona in suo luogo prediletto, il teatro, per un altro luogo lontano dalla realtà ma più pericoloso di questa perché la rappresenta. E’ il luogo dove non si vive una vita reale ma una sua rappresentazione, così da affrontare i ricordi e il proprio dolore fino alla catarsi finale che consente di poter, di nuovo, ricominciare a vivere. E Vittorio è il regista di questa rinascita.
I destini e le vite dei protagonisti incuriosiscono lo spettatore visto anche i pochi dettagli su di loro rivelati con parsimonia.
Quello che interessa a Rivette non è il loro passato o il loro futuro, ma ciò che provano e vivono in quel preciso istante. Il film è quasi una continua fotografia delle loro emozioni, sospesa nel tempo. A sottolineare ciò, non ci è dato sapere se le strade di Vittorio e Kate continueranno insieme, è importante che si siano incrociate per modificare le loro vite.
Il film è piacevole, anche se scorre lento. Consigliato perché rimane, comunque, una grande lezione di cinema.

La frase: "Sono colpevole. La mia punizione è essere andata via. La mia punizione è essere tornata.".

Giuliana Steri

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