Scelte d'onore - Wise Girls
"Scelte d'onore" scorre lento e placido, raccontando senza sussulti una ennesima storia ambientata nei luoghi della mafia italo-americana. Nell'alveo dei molteplici film del genere non aggiunge nulla di nuovo alle opere precedenti. I mafiosi sono pittoreschi e burleschi, violenti ed infidi, protettivi come un buon padre di famiglia e velenosi come un aspide. La scena è, guarda un pò, quella di un ristorante italiano a New York gestito da italo americani e che serve da copertura per i loro loschi traffici. I personaggi, disegnati con la semplicità di un graffito murario, li abbiamo già visti in tanti film e si riconoscono a miglia di distanza. Il marziano, in questo caso, è rappresentato dal personaggio di Meghan (Mira Sorvino, "La dea dell'amore") che, come Billy Cristall in "Terapia e pallottole" e Hugh Grant in "Michey Occhi blu", capita suo malgrado in questo mondo fatto di abbracci fraterni e coltellate nella schiena.
Meghan, proveniente da un passato duro e sconvolgente, cerca un lavoro e lo trova, grazie ad una raccomandazione, come cameriera in un ristorante. Tra una fettuccina e un saltimbocca gli capita anche, grazie alle sue conoscenze di ex studentessa di medicina, di curare qualche bravo ragazzo preso a pistolettate. Queste sue doti vengono notate dai boss che si rivolgono a lei anche per lavoretti di maggior impegno e capacità come ad esempio far sparire qualche scomodo cadavere che appeso nella ghiacciaia assieme ai quarti di bue certo non fa proprio una bella figura. La situazione diventa per Meghan sempre più pesante finché un colpo di scena inaspettato non obbligherà, lei e le sue due amiche cameriere (Melora Walters e Mariah Carey) a prendere una decisione pericolosa, una scelta d'onore per l'appunto.
Probabilmente, la cosa migliore del film è la storia la quale, scontata e prevedibile fino a tre quarti del film, imbocca uno sbocco inaspettato con un doppio colpo di scena. Merito di ciò è dovuto soprattutto alle buone interpretazioni di Mira Sorvino che sfoggia momenti intensi e delicati e dell'altra interprete principale Melora Walters (una delle attrici preferite da Paul Thomas Anderson, il regista di "Boogie nights" e "Magnolia") dotata di un campionario di espressioni veramente notevole. Lo stesso non possiamo dire per Mariah Carey, la terza delle tre colleghe cameriere, troppo caricaturale negli atteggiamenti da risultare imbarazzante. David Anspaugh ("Moonlight e Valentino") dirige il film senza qualità. Complice anche una sceneggiatura statica e didascalica e che non sembra voler imboccare una via precisa tra la gangster story e il melò incentrato su le tre amiche coinvolte nello stesso complicato destino. La direzione di Anspaugh raramente ci concede dei momenti di originalità e singolarità. Scarsa vena che si ripercuote nelle scene più complicate che mancano della necessaria incisività anche per la debolezza degli attori comprimari che non riescono ad elevarsi dalla stinta macchietta.

Das

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