We Are Your Friends
Ambientato nel mondo della musica elettronica e della vita notturna di Hollywood, un aspirante DJ di nome Cole Carter (Zac Efron) trascorre le sue giornate a fare progetti con i suoi amici di infanzia e di notte lavorando su quella traccia che farà ballare il mondo intero. Tutto questo cambia quando incontra un carismatico DJ più grande di lui di nome James (Wes Bentley) che lo prende sotto la sua ala protettrice. Le cose si complicano però, quando Cole inizia a innamorarsi della giovane fidanzata di James, Sophie (Emily Ratajkowski). Man mano che la sua relazione proibita si intensifica e le sue amicizie vanno allentandosi, Cole dovrà scegliere tra l’amore, la lealtà e il futuro a cui è destinato.
Max Joseph esordisce alla regia con questo prodotto commerciale figlio della instagram generation, non che questo sia un difetto a prescindere e difatti il film è onesto nel presentarsi per quello che è senza millantare velleità che non gli appartengono. Prodotto commerciale si diceva e, infatti, non manca niente di quello che ci dovrebbe essere per avere appeal su di un pubblico giovane: una Ratajkowski splendida (e anche brava), un ex (?) idolo delle teen-agers, tanta buona musica (davvero il punto forte della pellicola), una figura rassicurante come Wes Bentley (che per inciso ha anche l’unico dialogo verosimile e profondo della pellicola) e una regia frizzante, giovanile, e mutuata da youtube, alla quale assegno personalmente un mezzo punto in più per la scena del museo nella quale i protagonisti, sotto l’effetto di droghe, divengono dei cartoni animati.
Totalmente stereotipato e preoccupantemente insistente nell’inoltrare il messaggio “pazzia+droga= giovinezza ben vissuta” questo film è il risultato dell’operazione di cui è frutto, un’operazione commerciale che punta sulle passioni del momento e che occupi menti e pensieri di un giovane pubblico per un’oretta e mezza alla modica cifra di 8 euro.
Il film di per se non è male e non va demonizzato per quanto risulti davvero poco verosimile e molto superficiale. La pellicola a tratti funziona e regala anche dei momenti apprezzabili come la scena del museo, o quella dell’esibizione finale o il dialogo tra Efron e Bentley nel bagno ma bisogna intendersi, se lo spettatore cerca uno svago leggero questo è il film giusto, se si cerca un film generazionale è meglio rivolgersi altrove. La regia dimostra che, avendo carta bianca, avrebbe anche avuto delle potenzialità espressive notevoli ma, di fatto, rimane incastrata al must dell’incasso, limitandosi per lo più a svolgere il compitino. La colonna sonora è meravigliosa, con tutto il meglio della musica di genere e tra gli attori, come già detto, svetta una Ratajkowski in costante crescita (la ragazza ha carattere e questo traspare dallo schermo).
In sostanza quindi un film non brutto ma senza peso. Un’ora e mezza di leggerezza, Ratajkowski e tanta buona musica.
La frase:
"Ti serve una traccia. Adesso esci e ascolta quello che il mondo sta cercando di dirti".
a cura di Jacopo Landi
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