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Wasabi
L'ispettore Hubert (Jean Reno / "Rollerball") è una sorta di Callaghan francese; metodi sbrigativi, ma efficaci, pessimo carattere e perenne conflitto con i suoi superiori. A differenza, però, della pellicola di Don Siegel, questa è stata impostata dal Gerard Krawczyk ("Taxxi 2") in maniera decisamente più clownesca, contrapponendo temi seri a situazioni al limite dell'assurdo, come ad esempio l'amicizia tra Hubert ed il suo vecchio compagno Momo (Michel Muller / "Asterix & Obelix").
Hubert è la classica persona sensibile costretta ad esibire una facciata dura per difendersi dall'ambiente che lo circonda, ma dentro di se è ancora ferito dalla perdita dell'amore della sua vita, Niko, che lo ha lasciato quasi venti anni fa.
Improvvisamente riceve una telefonata dal Giappone, Niko è morta e lo ha nominato suo erede universale, il che non comprende soltanto i suoi beni materiali, ma anche una figlia: Yumi (Ryoko Hirosue, star della musica pop del Sol Levante). L'aggravante è che Hubert scoprirà quanto prima di essere anche il padre di Yumi, una figlia che nemmeno sapeva di avere e che peraltro sembra essere in grossi guai con la Yakuza.
L'approccio del regista, che peraltro è stato seguito dappresso dal produttore Luc Besson ("Nikita"), ha virato molto la pellicola sull'aspetto comico (con un copioso uso di primissimi piani) pur mantenendo vivo sia quello dell'azione che quello sentimentale, nel rapporto padre/figlia tra Hubert e Yumi. Nel complesso però il film, proprio a causa di questo suo essere ibrido, non decolla e al di la di qualche sporadica risata, non lascia molto nello spettatore. La trama esageratamente lineare e semplicistica unita ad una fotografia trascurata soprattutto nella gestione delle luci, danno il colpo di grazia finale. Francamente dalle premesse ci si aspetta di vedere Jean Reno nei panni di un "Leon" un pò invecchiato, invece lo troviamo a fare il pagliaccio affiancato da un perfetto idiota. Deludente!
La chicca: l'incontro di Hubert con la "zebra", boss della yakuza, al campo pratica di golf, riprende una sequenza analoga di "Black Rain" di Ridley Scott.
La frase: "Ah, quella che hai in mano è una pistola? Sembrava un attrezzo per il piercing!"
Indicazioni: Per chi ama i film d'azione alla Jackie Chan.
Valerio Salvi
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