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Mordimi
Era prevedibile che, prima o poi, un inspiegabile fenomeno di successo come la saga romantico-vampiresca "Twilight" sarebbe finito nel mirino delle parodie.
E, in un certo senso, era prevedibile anche che a trasformare in un assemblaggio di situazioni da ridere le vicende sentimentali dei giovani Bella Swan ed Edward Cullen sarebbero stati Jason Friedberg e Aaron Seltzer, i quali, dopo essersi presi gioco del cinema horror sceneggiando "Scary movie" (2000) di Keenen Ivory Wayans, sono passati dietro la macchina da presa per sbeffeggiare i film d’amore con "Hot movie" (2006), i fanta-blockbuster con "Epic movie" (2007) e le pellicole catastrofiche con "Disaster movie" (2008); senza dimenticare neppure di demolire "300" (2007) di Zack Snyder tramite "3ciento-Chi l’ha duro... la vince" (2008).
Quindi, è partendo dalla festa del giorno di San Salvatore che, al posto di Robert Pattinson, troviamo in scena il Matt Lanter visto in "Patto di sangue" (2009) nei panni del pallidissimo vampiro di cui finisce per innamorarsi l’esordiente Jenn Proske, la quale, clone ironico di Kristen Stewart, è appena tornata a Sporks insieme all’ultraprotettivo padre interpretato da Diedrich Bader, che odia grottescamente a morte i messicani.
Elemento, quest’ultimo, che già lascia intuire la tipologia di assurdi personaggi su cui punta l’operazione messa insieme da Friedberg e Seltzer, i quali fanno commuovere il protagonista dinanzi ad una visione televisiva de "L’esperimento del dottor K" (1958) con Vincent Price e, soprattutto nel corso della prima parte del film, sfruttano una comicità sia fisica che verbale evidentemente debitrice nei confronti di quella alla base della ZAZ di Jim Abrahams e i fratelli Jerry e David Zucker (il trio responsabile de "L’aereo più pazzo del mondo", per intenderci).
Ma, come di consueto, non mancano neppure prese in giro a noti personaggi d’inizio XXI secolo come la cantante Lady Gaga e l’ammazzavampiri del piccolo schermo Buffy, mentre, tra peli in eccesso e peti, ad essere portati all’estremo sono, ovviamente, tutti gli aspetti alla base delle vicende create dalla scrittrice Stephenie Meyer.
Tanto che, una volta giunti al termine dei non eccelsi ma sufficientemente divertenti 82 minuti di visione, comprendenti anche un passaggio davanti ad un cinema che proietta "The Twilight saga: Breaking dawn", ci si chiede se le risate suscitate nello spettatore siano dovute ad un piccolo miglioramento dei due registi (i succitati lavori precedenti erano inguardabili) o al fatto che, questa volta, abbiano bersagliato un prodotto ricco di situazioni già ridicole in partenza nella loro serietà.
D’altra parte, smaschera proprio il vero significato dell’originale, volto gratuitamente a mostrare pettorali e bicipiti maschili, la sequenza in cui il licantropo Jacob, sentendosi chiedere per quale motivo si sia tolto la maglietta, risponde: "Il mio contratto dice che devo farlo ogni dieci minuti".
La frase: "Negli anni Ottanta andava di moda la coca, nei Novanta il grunge, adesso, invece, è l’era dei vampiri, è solo super trendy".
Francesco Lomuscio
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