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Pedro - Galletto coraggioso











“Quella che sto per raccontarvi è una storia di uova” introduce la voce narrante del terzo capitolo della trilogia di successo iniziata da Huevocartoon Producciones tramite “Una película de huevos” (2006) e “Otra película de huevos y un pollo” (2009).
Capitolo diretto come i primi due da Gabriel Riva Palacio Alatriste e Rodolfo Riva Palacio Alatriste e che pone al proprio centro il giovane galletto del titolo, il quale, tutt’altro che propenso ad accontentarsi di svegliare ogni mattina con il suo canto gli abitanti della fattoria dove vive, sogna di diventare un vero gallo da combattimento.
Fattoria i cui proprietari vengono ingannati da un allevatore imbroglione che li costringe a partecipare a una scommessa la cui posta in gioco è la tenuta stessa, che potrà essere salvata, appunto, soltanto vincendo un combattimento tra galli.
Quindi, dal temibile lottatore – nonché campione dei campioni – Sylvester Pollone (!!!) ad una rilettura della storica “Gonna fly now” di Bill Conti inclusa nella colonna sonora insieme alle sempreverdi “Bad to the bone” di George Thorogood e “What a wonderful world” di Louis Armstrong, gli omaggi alla intramontabile saga stalloniana “Rocky” non sono certo assenti nel corso della oltre ora e mezza di visione che vede il protagonista deciso ad intraprendere un viaggio alla ricerca di un famoso allenatore di galli da combattimento con i suoi amici; insieme ai quali, però, deve accontentarsi solamente dei consigli di Patin Patan, uovo d’anatra non del tutto sano di mente.
Perché, mentre la tanto affettuosa e fedele quanto testarda e permalosa gallina Di conquista il cuore di Pedro e l’arena in cui si svolgono gli incontri è controllata dal grande uovo di avvoltoio chiamato Padrino, in mezzo agli estenuanti allenamenti non è in maniera esclusiva pollame a rappresentare la fauna assortita che popola l’operazione; comprendente, tra gli altri, il papero rapper ed estremamente cool Soup Duck, topi, rane e la fetta di bacon Tocino, che si limita a gesticolare senza produrre alcun suono.
Tutti simpatici personaggi che, contornati da immancabile varietà di uova parlanti – dalla generosa Cocotte al soldato Willy – e volti, inoltre, a ribadire che sarebbe meglio non stuzzicare il gallo che dorme, contribuiscono, ovviamente, ad accentuare l’intenzione di rivisitare in chiave ironica indirizzata agli spettatori più piccoli le dure “leggi” di un determinato stile di vita diffuso in Messico.
Man mano che risulta piuttosto chiara l’intenzione di rifarsi alla inconfondibile tipologia di animazione Pixar proto-“Toy story” (1995) e che non si dimentica neppure di lanciare una frecciatina verbale al lungometraggio vincitore del premio Oscar “Happy feet” (2006)... fino alla conclusione di un coloratissimo spettacolo disegnato che, con un’ultima sequenza posta durante i titoli di coda, rischia, forse, di apparire leggermente tirato per le lunghe agli occhi del pubblico degli adulti, pur mostrandosi capace di divertire e lasciare piuttosto soddisfatto quello dei bambini.

La frase:
"Prendere una papera, per una volta può tornare utile".

a cura di Francesco Lomuscio

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