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Un amore di testimone
Da quando Benjamin Braddock ha gridato da dietro un vetro la sua disperazione per il matrimonio che non s’aveva da fare della sua amata Elaine Robinson, il cinema americano non ha potuto fare a meno di sventare nozze all’ultimo secondo. Insomma, nonostante i divorzi siano all’ordine del giorno, quel tipo di "si" congiunto viene sempre visto come la pietra tombale dell’amore per chi a queste cerimonie ci va come ospite segretamente innamorato. Così è anche per "Un amore di testimone", film sulla falsariga di tanti altri (su tutti: "Il matrimonio del mio migliore amico"), che cerca di ovviare all’estrema linearità della trama con il fascino dei suoi protagonisti. Da una parte la sempre più lanciata (e bella), Michelle Monaghan, dall’altra l’uomo che da un pò di tempo duella con George Clooney e Brad Pitt come preda dei desideri del gentil sesso: Patrick Dempsey.
Proprio su di lui, e sull’idea che ogni spettatrice non potrà che far brillare i propri occhi al suo semplice apparire, è costruito il personaggio di Tom: tanti soldi, macchina sportiva, tanta ironia e una capacità di rimorchio che fa invidia al tizio dell’ascensore di quella nota pubblicità del deodorante. La sua pecca? Non volere rapporti seri e duraturi, fatta salva la sua amicizia con la bella Hannah che, proprio perché deve restare amica, non può diventare una delle sue tante conquiste da una notte e via. Questa la regola e così è finché un altro lui non sta per portargliela via: ecco allora che l’esser stato scelto come damigella/testimone della sposa diventa l’occasione per boicottare il matrimonio dall’interno.
Ben assortito il cast (impreziosito dalla presenza di Sidney Pollack), solita Manhattan a far da sfondo principale e simpatica Scozia nella coda finale, qualche scambio di battute azzeccato ("In Casablanca Bogart la mette su un aereo", "Era un vigliacco!"), "Un amore di testimone" scorre via senza infamia e senza lode ricalcando esattamente quelle che potranno essere le aspettative che titolo, cast, locandina, trailer e intuito avranno creato. Un film in definitiva utile soprattutto al suo protagonista maschile nell’attesa che il contratto che lo lega al piccolo schermo di "Grey’s anatomy" volga al termine e i lungometraggi diventino il suo pane quotidiano.
La frase: "Dieci anni fa finii nel letto della ragazza sbagliata. Ora scopro che è quella giusta".
Andrea D’Addio
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