Ultraviolet
Nuovo lavoro per Kurt Wimmer, già regista di Equilibrium, che ci presenta il roboante e scoppiettante UltraViolet.
Siamo nella tipica società ipertecnologica del futuro, in cui il dittatore di turno, Daxus (Nick Chinlund), tiene in pugno l'intera umanità decidendone le sorti. Daxus ingaggia una feroce lotta contro gli emofagi, vittime di un virus che "vampirizza" chi lo contrae dandogli capacità sovrumane. Gli emofagi costituiscono una resistenza che tenta di sopravvivere alla discriminazione e allo sterminio, tra di loro c'è Violet (Milla Jovovich), assetata di vendetta.
Quando si viene a sapere che Daxus ha nelle mani un'arma che farà piazza pulita degli emofagi, Violet viene mandata in missione e comincia così una guerra all'ultimo... sangue.
Ultraviolet, girato completamente in digitale ad alta definizione, si pregia di una fotografia che affascina e di una particolare cura nella scelta dei costumi e nella scenografia: c'è un singolare uso dei colori, tutti molto forti e in contrasto e di vari simboli: dalle fasce di riconoscimento degli emofagi, al simbolo dell'arciministero dove Daxus risiede e governa la città, alla forma a croce della città stessa. Le scene di combattimento sembrano delle vere e proprie danze e sono curate da Mike Smith (già collaboratore di Wimmer nel suo lavoro precedente), esperto di arti marziali e di ginnastica ritmica. Purtroppo finiscono qui i pregi del film.
Questa pellicola offre una serie di spunti interessanti senza approfondirne nessuno e lasciando delle idee che sulla carta sembrano buone, morire tra un inseguimento mozzafiato e un combattimento acrobatico. Come prese spunto da "Fahrenheith 451" per "Equilibrium", in questo caso Wimmer afferma di essersi ispirato a Cassavetes creando una sorta di "Gloria" in stile fumetto ambientato nel futuro. Purtroppo la sceneggiatura si perde in un crogiuolo di citazioni o semplicemente di spunti presi qui e lì da altri film: Violet "cuore di mamma e infallibile macchina da guerra", che fa stragi per vendetta sembra vagamente la Sposa di Kill Bill, i nuovi mostri vittime di virus creati durante le sperimentazioni militari ricordano tutto un filone di film tipo "28 giorni dopo" e "Resident Evil", gli stessi vampiri che combattono fra di loro anche di giorno e hanno cuore e sentimenti, richiamano i vari "Blade", lo stesso bambino-cura è letteralmente preso in prestito dall'ultimo X-men, infatti lo interpreta l'ormai onnipresente Cameron Bright che, udite udite, in questa pellicola di mostra anche ben due sorrisi! Anche la regia lascia un pò a desiderare, caratterizzata per lo più da primissimi piani su Jovovich, e da un montaggio serrato che durante le lotte combina velocissimi movimenti di macchina, non riesce a dare appieno l'idea dello spazio e spesso lascia lo spettatore disorientato.
In conclusione un film pieno di azione, che si perde totalmente nelle scene sentimentali, del tutto incentrato sulla figura della bellissima Milla Jovovich e le sue tutine aderenti, che invece di divertire come da un film del genere ci si aspetta, lascia abbastanza perplessi.
La frase: "Sono un titano, un monolito, niente può fermarmi"
Ilaria Ferri
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