I tre moschettieri in 3D
Liberamente ispirato all’omonimo romanzo d’appendice scritto dal romanziere francese Alexandre Dumas (padre) (Villers Cotterets 1802 - Dieppe 1870) nel 1844 e pubblicato a puntate sul giornale "Le Siècle", il film è la nuova fatica del regista Paul W.S. Anderson.
Con garbo e ironia, giocando con il testo originale e infarcendolo di elementi fantasy, viene presentata una nuova versione concepita e girata con la più moderna tecnologia cinematografica: il 3D. E’ un film di puro e semplice intrattenimento, in cui gli elementi si legano e si annodano insieme creando un mix travolgente fra tradimenti, amori segreti, complotti politici e desiderio di potere, cui fanno da contraltare i sentimenti più puri dell’integrità morale, dell’amore, della lealtà e dell’amicizia, ma soprattutto dell’onore.
Nella variegata congerie di adattamenti cinematografici, più o meno una ventina contando film d’animazione e miniserie, il leggendario e intrepido D’Artagnan, insieme ai tre moschettieri Athos, Porthos e Aramis, torna a vivere un’altra volta e a risplendere per il suo coraggio, facendo ridere e divertire. La storia è ormai più che nota sebbene vi sia un guizzo di "storicismo" (come si evince dai costumi perfettamente ricostruiti e dai modi "cortesi" dei diversi nobili) e di riadattamento del testo, soprattutto nella rielaborazione dei personaggi in particolare del Duca di Buckingham, oltre che nell’introduzione di elementi surreali e scenograficamente strabilianti, come ad esempio le navi volanti. L’opera si sviluppa attraverso effetti speciali, coreografie mozzafiato che rendono questa nuova versione un "giocattolo" decisamente apprezzabile dalle tinte sgargianti, che ricorda per atmosfere e spirito quello della prima saga de "I pirati dei Caraibi" e dell’ultimo "Sherlock Holmes" di Guy Ritchie. Vi è una congerie di stilemi e di codici espressivi dei generi d’azione fantascientifica, che donano alla pellicola un carattere decisamente surreale che si mescola e fonde con una ricostruzione storica quasi perfetta, ecco quindi che improvvisamente dame in crinolina dai busti con le stecche di balena schivano abilmente lame di vario tipo, mostrandosi degne eredi di "Matrix".
"I tre moschettieri" diventano quasi un fumetto o addirittura un fantasy moderno dotato di supereroi, ma nonostante questo non tradisce le aspettative del pubblico facendolo ridere, grazie ad un ritmo narrativo sostenuto e ad un cast formato da Milla Jovovich, che interpreta l’avvenente Milady, Christoph Waltz è un impareggiabile Cardinale Richelieu. A farla da padrone e a dominare la scena però sono ovviamente "I tre moschettieri", ossia Logan Lerman nei panni del guascone D’Artagnan, Matthew MacFadyen è l’astuto Athos, Ray Stevenson come il forte Phortos e infine Luke Evans è l’avvenente Aramis. Certo non si può dimenticare anche il "perfido" e vanesio Duca di Buckingham interpretato da un’eccellente Orlando Bloom. Il romanzo diventa quindi un vero e proprio “videogioco” visivo, incentrato sulla spettacolarità.
La frase:
"Sai qual è il tuo problema ragazzo? Che hai letto troppi libri e poi ci hai creduto".
a cura di Federica Di Bartolo
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