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Totò Sapore e la magica storia della pizza
Il Natale è alle porte e come tradizione vuole, arriva l'invasione dei cartoni animati. Dopo lo sbarco dei blockbuster americani Alla ricerca di Nemo, Sinbad: la leggenda dei sette mari e Looney Tunes Back in Action ecco arrivare sugli schermi Totò Sapore e la magica storia della pizza che, con Opopomoz di Enzo d'Alò, cerca di contrapporsi allo strapotere hollywoodiano nel campo dell'animazione.
La Napoli del Settecento, un menestrello con ambizioni culinarie, pentole magiche (ovviamente parlanti, la voce, particolare curioso, è di Francesco Paolantoni Pizza, pizza, marescià quando il destino...), Pulcinella, il Vesuvio, re e regine, musica, sortilegi e l'immancabile strega cattiva questi gli ingredienti scelti da Maurizio Forestieri per raccontare come fu inventata la pizza. Siamo a Napoli nel 1700, Totò Sapore, un giovane cantastorie squattrinato, ha un sogno: diventare un grande cuoco. La sua vita cambia il giorno in cui riceve in eredità quattro vecchie pentole che hanno il magico potere di trasformare qualsiasi porcheria in cibo squisito. Grazie a queste magiche pentole, Totò diventa il cuoco del re di Napoli e s'innamora della bella Confiance. A turbare questo idillio ci pensa la strega Vesuvia, invidiosa della contagiosa allegria dei napoletani, che sostituendo le pentole magiche con delle comuni pentole, fa arrestare Totò e scatena una guerra tra Napoli e la Francia. Ma quando Napoli è ormai assediata dall'esercito francese, Totò aiutato dal fido Pulcinella...
Realizzate dalla torinese Lanterna Magica, le avventure di Totò Sapore sono state scritte da Umberto Marino e Paolo Cananzi ispirati dal racconto di Roberto Piumini "Il cuoco prigioniero". A disegnare la Napoli ai tempi dei Borboni è stato lo spagnolo Marcos Mateu Mestre, già scenografo dei film della DreamWorks Il Principe d'Egitto e La strada per El Dorado. Nel complesso un film simpatico (si può dire di un film?) come possono essere simpatici i napoletani (non a Bossi ovviamente), che racconta in maniera fantasiosa la nascita della pizza napoletana. Una nascita raccontata in modi favolistici in cui i riferimenti alla realtà, come dice il regista, sarebbero stati forzati e fuori luogo perché solo la fantasia può cogliere l'essenza, il colore e il calore della magnifica Napoli settecentesca ideata da Marcos Mateu Mestre. Un'ultima parola per l'interessante colonna sonora dei fratelli Bennato che hanno trovato la giusta armonia tra tradizione e modernità, tra scanzonata ironia e delicata poesia, per creare quello che non è solo uno sfondo musicale, ma un vero e proprio contrappunto, vivace e intrigante, alle avventure raccontate nel film.
Rocco Mancinelli
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