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Tokyo Love HotelLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Rosanna Donato16 giugno 2016Voto: 7.0
Tokyo Love Hotel è la pellicola corale erotica di Hiromi Ryuichi che vede al suo interno un cast d'eccezione del panorama cinematografico giapponese. Il film racconta la storia di cinque coppie diverse, "sull'orlo di una crisi di nervi”, ma unite dal desiderio di lasciare un giorno Kabukicho e realizzare il proprio sogno. Ci troviamo di fronte a quella che vuole essere una commedia sentimentale-drammatica, fatta di umorismo (ma non troppo), di speranza e sì, soprattutto di sesso. L'intera vicenda infatti si svolge nell'arco di un giorno e una notte nel quartiere a luci rosse di Tokyo. Tutto accade sotto gli occhi del giovane Toru, il quale gestisce uno degli 'hotel dell'amore' - l'Atlas - nel quale si verificano gli incontri sessuali. E' sempre quest'ultimo a seguire il via vai delle persone che popolano la struttura: amanti clandestini, ragazze fuggite di casa, finti talent scout, attrici porno, escort malinconiche, fidanzati ignari, donne delle pulizie che nascono un grande segreto, clienti che s'innamorano, aspiranti artiste che si concedono per ottenere un contratto. Eppure Tokyo Love Hotel è molto di più: disegna il mosaico di società umana fino al midollo, incline ai segreti, alle bugie, agli inciampi, alle cadute, ma ancora capace di sognare e di credere che lasciarsi Kabukicho dietro le spalle (Sayonara Kabukicho è il titolo originale) sia realmente possibile.
Ryuichi realizza uno dei lavori più complessi e ben diretti degli ultimi anni in Giappone, riuscendo a soddisfare tutte le aspettative e le esigenze del pubblico. Nella pellicola infatti vengono affrontate situazioni molto differenti tra loro, ma che rendono appieno i vari motivi che potrebbero spingere una persona, in mancanza di soldi o di libertà, a fare qualsiasi cosa, anche prostituirsi o nascondersi per anni. Inizialmente la pellicola appare confusa e frammentaria, in quanto si passa da una storia all'altra senza un cambio di scena netto. In seguito lo spettatore sarà in grado di mettere a fuoco il senso di ogni vicenda e la situazione, il più delle volte intrigante e per nulla scontata, che vivono i protagonisti di ognuna di essa. In tutto questo, però, c'è un aspetto che appesantisce la narrazione, la durata. Stiamo parlando di 136 minuti di riprese, molte delle quali troppo lente per il pubblico italiano, abituato a tutt'altro genere di film. Ciò che colpisce in questo caso è il rimando alla cinematografia tipica indie, fatta di silenzi, di intensità di sguardi e di lunghe pause, che - visto la durata del lungometraggi - potevano anche essere evitate. Palese è la volontà di mostrare quanto la vita possa essere fragile, così come la persona che la sta vivendo. Per questo si vuole mantenere un andamento dal ritmo serrato, ma decisamente poco incalzante: lo scopo è quello di rendere ogni scena un vortice di emozioni continue, creato da questi mutismi che spesso sottolineano il disagio interiore del personaggio in questione, ma anche dai momenti di dolcezza infinita che di certo non mancano. Inoltre, è chiaro che in Giappone mostrare scene di nudo (non integrale, ma quasi..) non suscita alcun clamore. Nella pellicola, che ricordiamo è di genere erotico, infatti sono presenti molti momenti legati ai rapporti sessuali (fin troppo spinti) tenuti dai personaggi. Questo è uno dei motivi per cui il film, la cui colonna sonora è meravigliosa, è sconsigliato alla visione dei bambini. Non tutti i personaggi, purtroppo, sono caratterizzati come meriterebbero, ma le loro vicende sono così appassionanti da suscitare nel cuore di chi guarda una forte empatia e comprensione nei confronti dei protagonisti. Un aspetto da sottolineare è la sorprendente capacità di tutti gli attori del cast di passare da uno stato d'animo all'altro nel giro di un istante: dal riso al pianto (soprattutto le donne) o dal riso al silenzio e viceversa. Gli interpreti della storia, che in alcune occasioni è in grado di stampare un sorriso sul viso di chi ascolta, si muovono a passi lenti e spesso parlano risultando fuori tempo nel rispondere al proprio interlocutore. I temi trattati sono molteplici: si passa dalla mancanza di affetti familiari ai disagi legati al bisogno di guadagnare qualcosa e cambiare vita (problema esistente anche in Italia), dalle difficoltà dovute al vivere una vita nascosta o un rapporto clandestino alla scoperta della fragilità umana. Il film quindi è consigliabile solo a un pubblico di adulti ed è da vedere, perché - nonostante la durata e l'andamento lento - trasmette emozioni uniche, che un progetto italiano non è capace di dare. Infine, non perdetevi l'ultima e indimenticabile sequenza, che si potrà vedere solo dopo titoli di coda. Vi aspetterà uno dei momenti più sorprendenti e sentimentali del film, che vi farà battere il cuore a mille e capire che c'è una speranza per tutti. La frase dal film:
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