Rovine
Ennesimo gruppo di ragazzi in vacanza, quindi, ennesima minaccia horror, ma stavolta niente serial killer sotto una bianca maschera o animali geneticamente mutati, anche se la natura c’entra più del solito.
Infatti, basato sul romanzo scritto dallo sceneggiatore stesso Scott B. Smith (candidato all’Oscar per lo script del raimiano "Soldi sporchi"), il primo lungometraggio diretto da Carter Smith vede protagonisti i giovani Amy (Jena Malone), Stacy (Laura Ramsey), Eric (Shawn Ashmore) e Jeff (Jonathan Tucker), i quali, recatisi a visitare alcuni scavi archeologici immersi nella giungla del Messico, si trovano ad avere a che fare con un’antica piantagione affamata di carne umana.
Quindi, un soggetto di partenza che non avrebbe certo sfigurato all’interno della variopinta produzione della paura degli Anni Ottanta, il quale, paradossalmente, viene però sviluppato in maniera seriosa senza strizzare in alcun modo l’occhio al liberatorio slasher-movie indirizzato ai teen-ager, tanto da includere crudi momenti splatter più vicini ad un certo realistico cinema del decennio precedente (si pensi a "Un tranquillo week-end di paura").
Non a caso, un pò "Turistas" (2006), un pò "The descent-Discesa all’inferno" (2005), nel suo andamento generale la pellicola finisce per ricordare principalmente "Cabin fever" (2002), ispirato proprio a quel periodo cinematografico.
Ed uno dei maggiori pregi dell’operazione, il cui valido cast tecnico vanta figure del calibro dello scenografo Grant Major (la trilogia de "Il Signore degli Anelli") e del direttore della fotografia Darius Khondji ("Alien-La clonazione"), va sicuramente individuato nei buoni effetti speciali di trucco, piatto forte di una seconda, violenta parte che giunge soltanto dopo circa cinquanta minuti tempestati di segnali d’allarme.
Per quanto vogliate scovarvi metafore inerenti all’ecologia, il risultato è un’ora e mezza di fanta-horror a tinte avventurose che, con più liquido rosso che spiegazioni relative alla natura del "mostro" di turno, finisce per essere penalizzata da un tutt’altro che incalzante ritmo narrativo capace perfino di occultare la tensione nelle diverse sequenze in cui essa è in realtà presente.
Anche se per una serata in cerca di brividi estivi può valere la pena.

La frase: "Quattro americani in vacanza in Messico non possono scomparire".

Francesco Lomuscio

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