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L'incubo di Joanna Mills
Vittima degli assassini mascherati di “So cosa hai fatto” e “Scream 2”, agile cacciatrice di succhiasangue nel serial televisivo “Buffy-L’ammazzavampiri”, Sarah Michelle Gellar, complice anche la partecipazione al remake a stelle e strisce della ghost-story orientale “The grudge”, sembra essersi aggiudicata ormai da tempo il titolo di scream queen del nuovo millennio, come successe, tra l’altro, alla grande Jamie Lee Curtis.
Puntualmente, quindi, la ritroviamo nelle mani di Asif Kapadia, regista del pluripremiato film avventuroso “The warrior”, per il ruolo di protagonista in “The return”, il cui titolo italiano richiama non poco alla memoria “L’incubo di Janet Lind”, diretto nel 1964 dal compianto Freddie Francis.
Tra desolati scenari rurali ed una certa cupezza d’insieme garantita dalla fotografia di Roman Osin (“Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie”), infatti, è impossibile non pensare ai vecchi thriller d’atmosfera nell’assistere alla vicenda di Joanna Mills, giovane della provincia americana che, tormentata dalla visione del brutale omicidio di una donna che non ha mai incontrato e convinta di essere il prossimo bersaglio dell’ignoto assassino, si spinge fino a La Salle, città natale della vittima, determinata a porre fine alle proprie ossessioni.
E nella storia abbiamo anche un padre con cui la ragazza non si parla, interpretato da Sam Shepard (“L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford”), ed un minaccioso ex fidanzato con le fattezze di Adam Scott (“Quel mostro di suocera”), mentre, come c’era da aspettarsi, tutto viene costruito prevalentemente sui dialoghi attraverso lenti ritmi di narrazione, con un look generale che sembra riallacciarsi sia alla tipologia di spettacolo soprannaturale tanto cara a M. Night Shyamalan, che alla recente moda dell’horror proveniente dal Sol Levante, senza risparmiare neppure strizzatine d’occhio al raimiano “The gift”.
Fino ad un twist ending non troppo chiaro che, tirando le somme di circa 85 minuti dispensatori di ben pochi spaventi, ci spingono a consigliare la visione soltanto agli irriducibili affezionati del giallo ai confini della realtà; per tutti gli altri, la domanda sorge spontanea: se ne sentiva il bisogno?
La frase:
- "Cosa è successo a lei?"
- "E’ stata assassinata"
- "Da chi?".
Francesco Lomuscio
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