The great challenge - I figli del vento
La cinematografia francese è, tra quelle europee, l'unica che abbia cercato di confrontarsi con linguaggi non autoctoni, creando un proprio cinema d'azione che, anche se non sempre ha dato esiti positivi, grazie a registi come Luc Besson è riuscito comunque ad imporre un suo proprio stile.
Ora il regista Julien Seri guarda agli adrenalinici film d'azione orientali e li unisce ad un successo d'oltralpe di qualche anno fa, "Yamakasi - I Nuovi Samurai", per realizzare un lungometraggio dalle acrobazie spettacolari.
Ideale trait d'union tra le due pellicole è Williams Belle, qui impegnato a diffondere l'acrobatico sport degli Yamakasi. Deciso ad aprire una palestra a Bangkok coinvolge nel suo progetto altri cinque Yamakasi. Qui, però, i sei scoprono una realtà molto difficile e si trovano, loro malgrado, coinvolti in una guerra che vede contrapposte le Triadi cinesi alla Yakuza giapponese.
La trama, in realtà, non è per nulla lineare perché segue le vicende di troppi personaggi: oltre ai sei Yamakasi, i contrastati rapporti di due fratelli sino-europei che combattono per poter ottenere un posto nella Yakuza e le vicende di una coppia sino-giapponese.
Tutte queste trame e sottotrame rendono la pellicola lenta e spesso incoerente, perché necessitano di troppe scene di raccordo che tolgono spazio al vero cuore del film: i combattimenti e le acrobatiche evoluzioni dei protagonisti che hanno girato tutte le scene anche le più pericolose senza ricorso a stuntmen o effetti di computer graphic. La loro abilità e le loro capacità atletiche sono esaltate dalla sapiente regia di Julien Seri, veramente bravo nel rendere avvincenti e dinamiche le sequenze d'azione.
Chiara l'ispirazione della pellicola ai film di Jackie Chan, citato chiaramente nel combattimento sulle impalcature di bamboo.
La frase: "Bangkok è un campo di battaglia, non un campo da gioco".
Elisa Giulidori
Scrivi la tua recensione!
|
Trailer, Scheda, Recensione, Opinioni, Soundtrack, Speciale.
|
|
|