The Final Destination 3D
Dopo il disastro aereo del primo "Final destination", l’incidente stradale del secondo e il deragliamento delle montagne russe del terzo, prende il via da un sogno premonitore all’interno di un autodromo questo quarto capitolo della serie riguardante la morte invisibile, tra detriti in fiamme e pneumatici scaraventati sugli spettatori.
Una tesissima sequenza che potrebbe far storcere il naso dal momento in cui entrano in scena gli effetti splatter, i quali, realizzati digitalmente, presentano un aspetto a dir poco "cartoonesco".
Aspetto presto giustificato, comunque, dal fatto che – un po' come accadde nel capostipite – è l’ironia a rappresentare uno degli elementi dominanti dell’operazione, i cui protagonisti sono questa volta il giovane Nick O’Bannon (Bobby Campo), la sua fidanzata Lori (Shantel VanSanten) e i loro amici Janet (Haley Webb) e Hunt (Nick Zano).
Basterebbe citare infatti il tizio che finisce carbonizzato sulle note di "Why can’t we be friends" per far capire da quali parti si aggira l’insieme, ovviamente tempestato di oggetti lanciati contro l’obiettivo della macchina da presa al fine di sfruttare in maniera efficace la visione in 3D.
Visione che il regista David R. Ellis, già al timone di "Final destination 2" (a tutt’oggi miglior tassello della tetralogia), sembra anche omaggiare tramite una situazione ambientata all’interno di una sala cinematografica; mentre, come di consueto, costruisce a dovere le diverse sequenze di morte, sfruttando sia il montaggio di Mark "Freddy vs Jason" Stevens che i dettagli atti a portare fuoripista il pubblico per generare tensione.
Ed è il momento che vede alternate le sequenze di Hunt in piscina a quelle di Janet incastrata nella macchina all’autolavaggio a rappresentare il punto più riuscito di questo nuovo appuntamento con la Signora dalla falce, il quale, nonostante riduca le novità all’inserimento di altre visioni premonitrici durante lo sviluppo della vicenda, riesce a divertire sufficientemente senza troppa originalità.
Del resto, trattandosi di una serie nata come variante del filone slasher, possiede il pregio di poter andare avanti all’infinito, finché gli sceneggiatori saranno in grado di scovare innovativi e shockanti metodi attraverso cui eliminare i personaggi. Ovvero, ciò che l’horror fan desidera di più.
La frase: "Noi siamo qui, qualcosa ci ha dato una seconda occasione".
Francesco Lomuscio
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