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The fighting temptations
Chi di noi non ha visto almeno una volta quella gustosa commedia intitolata "Sister Act", che aveva come protagonista una spumeggiante suora, alias Whoopi Goldberg? Bene, "The Fitghting Temptations" ricalca praticamente le orme della pellicola di Emile Ardolino, solo che, com'è ovvio, sa troppo di già visto.
Il film, scritto da Elizabeth Hunter e diretto dall'esordiente Jonathan Lynn, racconta infatti le rocambolesche vicende di un rampante pubblicitario in seria crisi economica (Cuba Gooding Jr.) che, tornato nella città natale per il funerale di sua zia, scopre di aver diritto ad una corposa eredità qualora riuscisse a rimettere in sesto il coro gospel della Chiesa di Beulah. Impresa allettante ma quanto mai ardua, considerando il fatto che Darrin non ne sa assolutamente nulla in fatto di musica, che a Montecarlo i cantanti scarseggiano e che Lilly (Beyoncé Knowles), l'unica persona veramente di talento, non ne vuole proprio sapere di entrare nel coro e di partecipare alla manifestazione annuale 'Gospel Explotion'.
Va da sé che la storia, piuttosto scontata e prevedibile già di suo, implichi necessariamente che i due protagonisti siano affiancati da una serie di personaggi-cliché: l'antagonista di turno (una zitella bigotta che vive solo per mettere i bastoni tra le ruote alla gente), lo 'scemo del villaggio', i detenuti colpevoli di omicidio ma dal cuore giulivo e canterino, il reverendo mite, accomodante e anche un po' pavido...
"The Fighting Temptations", che prende il titolo dal nome del coro gospel in questione, è insomma una commedia senza troppe pretese, che fa della musica il suo filo conduttore pur non essendo un vero e proprio musical. Ed è proprio la colonna sonora l'unico punto di forza della pellicola perché, grazie anche alla presenza nel cast di personalità musicali eterogenee e piuttosto di spicco (da T-Bone a Faith Evans, dal reverendo Shirley Caesar a Angie Stone, agli O'Jays), durante tutta la visione si respirano armonie complesse e molto intense: se, infatti, da un lato il gospel fa senza dubbio da padrone di casa, dall'altro ci sono sorprendenti sfumature di genere che arricchiscono costantemente la narrazione, amalgamando toni r'n'b con sonorità soul e, a volte, addirittura hip-hop. Senza dimenticare, ovviamente, la strepitosa voce di Beyoncé Knowles, giovane leader delle Destiny's Child. I suoi intermezzi canori sono davvero folgoranti, così come la sua verve durante le esibizioni e la sua presenza scenica nel film: tutto sommato, Beyoncé (che è alla sua seconda prova da attrice, dopo "Austin Powers in Goldmember") sembra essere molto più convincente e talentuosa di tante altre sue colleghe di più lunga esperienza - e di questo le si deve dare proprio atto. Per quanto riguarda, invece, il protagonista maschile, Cuba Gooding Jr., c'è da dire che in passato si è senz'altro dimostrato un discreto performer, ma in "The Fighting Temptations" non da' esattamente il meglio di sé: il suo personaggio è piuttosto incolore, insipido e vagamente stereotipato; per non parlare delle sfaccettature, praticamente inesistenti.
Ma rimane il dubbio (più che fondato) che non sia tanto colpa del povero Gooding Jr., quanto piuttosto della evidente banalità della sceneggiatura...
Laura Spina
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