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Il Debito











Al giorno d'oggi molti hanno familiarità il termine "rendition", quel tipo di operazione illegale per cui i servizi segreti statunitensi effettuano l'arresto e la deportazione di ricercati in paesi stranieri. Prima di questo, c'erano i servizi segreti israeliani.
Subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale, il Mossad si attivò per individuare e arrestare criminali nazisti che erano sfuggiti alla giustizia del tribunale di Norimberga e si erano ricostruiti una vita rispettabile e insospettabile. Spesso in paesi dell'America latina e con connivenze tuttora innominabili.

The Debts riprende questo filone raccontando gli effetti di una particolare missione che avrebbe coinvolto tre elementi dei servizi speciali israeliani. Scopo della missione, l'arresto di un medico nazista colpevole di aver svolto esperimenti raccapriccianti in un campo di sterminio durante la guerra. La pellicola si muove dunque su due binari: nel presente, nel momento in cui i protagonisti di quella vicenda sono considerati degli eroi e nel passato, in cui la verità dei fatti emerge lentamente, assieme a una serie di rapporti personali disfunzionali e irrisolti.

Bisogna ammettere che ci vuole un discreto coraggio ad avvicinarsi a una materia così delicata dopo il Munich di Spielberg. Senza fare un confronto diretto tra i due film, evidentemente molto diversi, bisogna però ammettere che il lavoro del maestro hollywoodiano ha stabilito uno standard che non si può ignorare nelle inquadrature, nella fotografia e nella scelta dello stile e dei colori, nonché nella costruzione della tensione. L'errore più grave di The Debts consiste proprio nello sbagliare quest'ultima, complice un montaggio davvero cattivo. Purtroppo la tensione si basa su un meccanismo molto delicato, perché il regista guida lo spettatore verso una soluzione temuta e attesa allo stesso tempo. Se l'attesa viene dilatata troppo, sopraggiunge uno stato di frustrazione che incrina questo tacito accordo e fa sfumare ogni tensione. Peccato perché la ricostruzione della Berlino est sovietica è credibile e il lavoro degli attori è molto spesso lodevole nel rendere più profondi personaggi altrimenti non molto sfaccettati.

Quello che sfugge è il senso di quest'operazione nel suo complesso.
Se il film intende stabilire una relazione tra l'Israele e il suo passato recente, il risultato è così aperto da essere quanto meno ambiguo. Se lo scopo era fare scontrare il senso di giustizia con la specificità di vite individuali, l'esito è fumoso. In ogni caso la natura ibrida di questo lavoro, sospeso tra spionaggio e dramma psicologico non permette a The Debts di prendere una direzione chiara e riconoscibile.

La frase:
"Dannazione, ci capisce quando parliamo!".

a cura di Mauro Corso

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