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Atomica bionda

La recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com

di Rosanna Donato07 luglio 2017Voto: 6.5
 

  • Foto dal film Atomica bionda
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Atomica bionda, il cui titolo originale è The Coldest City, è la pellicola diretta da David Leitch e Chad Stahelski e da un cast d’eccezione: Charlize Theron, James McAvoy, Sofia Boutella e John Goodman, tra i tanti. Il film racconta dell’Agente Lorraine Broughton, la quale usa sapientemente il suo mix di spionaggio, sensualità e ferocia per salvarsi la pelle in una missione impossibile. Inviata da sola a Berlino per consegnare un prezioso dossier fuori dalla Città destabilizzata, si allea con l’ufficiale governativo David Percival per districarsi nel più letale gioco di spie. Chi spia chi? È questo che bisogna capire, ma non sarà così semplice comprendere le regole del gioco.

C’è ben poco da elogiare nella pellicola di David Leitch e Chad Stahelski perché sin da subito si ha la netta sensazione che stia succedendo qualcosa di grosso, ma senza capire esattamente di cosa si tratti. È facile intuire quindi che la pellicola non è di immediata comprensione, anche perché pure la regia confonde con le sue inquadrature veloci, seppure incisive nelle scene d’azione.
Il film si apre con l’agente Lorraine che viene interrogata in una stanza di quello che pare essere un luogo ben custodito e segreto. È lei a raccontare quanto avvenuto in passato per recuperare una lista di nomi, della quale in realtà viene detto poco e nulla. Perché questa lista è così importante? Chi sono le persone che ne fanno parte? Sono domande a cui lo spettatore non troverà mai una vera e propria risposta, ma d’altronde è lo stesso James McAvoy - con una voce fuoricampo mentre viene inquadrato e fissa la telecamera (una tecnica che affascina lo spettatore e forse una delle poche ‘trovate’ ben studiate) - a chiederci “qual è il gioco”? Ciò mette in evidenza la volontà dei due registi, David Leitch e Chad Stahelski, di confondere il loro pubblico per rendere la storia più accattivante, ma in realtà il risultato è molto diverso.

Per quanto riguarda le scene d’azione, sono una delle poche cose che meritano attenzione perché - tecnicamente parlando - sono realizzate molto bene e la confusione da cui sono caratterizzate rende a pieno il mistero del film, dove nulla è come sembra. Allo stesso tempo, però, ci chiediamo se fosse così necessaria tutta questa vaghezza.
È bene ricordare, inoltre, che la Theron non si avvale di alcuna controfigura nel progetto, anche nelle scene più pericolose.
La pellicola è caratterizzata da un ritmo abbastanza serrato e dall’alternarsi del presente (Lorraine nella stanza dell’interrogatorio) e del passato (i fatti raccontati dalla protagonista quando viene interrogata).
A colpire è la colonna sonora Anni ’80 non solo perché presenta testi di David Bowie e altri artisti noti, ma anche per il modo in cui viene utilizzata. In alcuni momenti, quelli più taglienti, la musica diventa la vera e propria protagonista della scena.
La fotografia è pulita e composta la tonalità prevalentemente cupe e fredde. La sceneggiatura presenta pochi dialoghi, molti dei quali brevi ma di grande impatto e diretti.

Gli interpreti sono tutti perfettamente in parte, ma ad emergere in “Atomica bionda” sono le performance di Charlize Theron e James McAvoy. La prima, molto fredda come esige il suo personaggio, è credibile nei panni di una femme fatale tanto misteriosa quanto affascinante nei modi.
Il secondo, invece, nell’impersonare la sua figura ricorda molto il ruolo da lui interpretato in “Split”, in quanto è in grado di alternare momenti di estrema razionalità ad altri dove ad aver la meglio è il suo lato più stravagante, la sua aria da “pazzo”.


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