Biancaneve
Ci sono storie che vengono raccontate per secoli, sempre le stesse, ma anche un po’ diverse. È il caso del mito dei due amanti Tristano e Isotta e di molte fiabe ormai divenute storiche, tra le quali "Biancaneve". Il regista Tarsem Singh e gli sceneggiatori Melisa Wallack e Jason Keller propongono una nuova chiave di lettura per questa favola che tutti conoscono, creandone una trasposizione comica e magica come non si era mai vista.
Biancaneve (Lily Collins) è una bambina felice, malgrado sia orfana di madre, suo padre la cresce con amore. Un giorno però il Re (Sean Bean) scompare e la piccola rimane sotto la custodia della perfida matrigna (Julia Roberts) che la tiene chiusa in una torre del castello e non le permette di vedere nulla e di conoscere nessuno. Il giorno del suo diciottesimo compleanno la ragazza scappa dal castello e incontra un gruppo di nani e il bel principe Alcott (Armie Hammer), di cui si innamora all’istante.
Ciò che colpisce subito l’occhio dello spettatore è la bellezza delle ambientazioni e dei costumi. Scenografie, firmate Tom Foden, combinano la favola al grottesco, il buon gusto all’eccentrico con un ottimo risultato. Metafisico e suggestivo l’ambiente in cui la regina si immerge per incontrare lo specchio parlante: una capanna di paglia sull’acqua all’interno della quale, oltre allo specchio, c’è un giocattolo cinetico ottocentesco attraverso il quale la regina guarda le immagini della storia che lei stessa narra. Una nota particolare va senz’altro ai costumi, di Eiko Ishioka (cui il film è dedicato), curati nei dettagli tanto da diventare parte della scenografia. Brendan Galvin sceglie una fotografia, seppure di ottima fattura, decisamente insolita per una favola: il film risulta un po’ cupo, i colori non sono alterati o sgargianti, quasi si trattasse di una storia "comune".
Julia Roberts è una regina schietta, perfida e divertente, dice quello che pensa e lo fa con un sarcasmo pungente; non è mostruosa o spaventosa, la sua malignità sta nelle parole. Davvero una bella interpretazione, che dà nuova vita al personaggio. Lily Collins tira fuori la grinta da Biancaneve, le fa tenere testa alla regina come farebbe un’adolescente ribelle dei giorni nostri. L’eroina è totalmente diversa da quella che conosciamo e la nuova Snow white sa quello che vuole e se lo prende senza aspettare troppo. Dal canto suo, il principe Alcott/Hammer segue i due personaggi femminili quasi come una "spalla", un accompagnatore divertente e capace di imitare anche un cucciolo innamorato.
L’adattamento di "Biancaneve" ad opera di Tarsem Singh non si prende mai davvero sul serio, è continuamente ironico e offre un bellissimo spettacolo visivo che sa anche far ridere. Non si tratta però di un film superficiale: tra le righe è possibile leggere una certa attenzione a temi come la crisi economica mondiale (la regina chiede tasse al suo popolo già al limite) e la discriminazione delle minoranze (i nani sono scansati dal popolo che non li accetta perché "brutti"). Insomma, una pellicola per grandi e piccoli, anche se non troppo.
Ben diretto, ben scritto, ben fotografato, un film di qualità. Se il pubblico è disposto a vedere una storia diversa da quella che ha sempre conosciuto, uscirà dalla sala più che soddisfatto.
La frase:
"Specchio specchio delle mie brame...".
a cura di Fabiola Fortuna
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