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I guardiani del destino











Liberamente ispirato alla serie di racconti del famoso scrittore di fantascienza del secondo dopoguerra Philip K. Dick (Chicago, 1928 – Santa Ana, 1982), "I guardiani del destino" segna l’esordio alla regia di George Nolfi, il celebre sceneggiatore di film come: "Ocean’s Twelve" (2004) regia di Steven Soderbergh, "The Sentinel - Il traditore al tuo fianco" (2006) regia di Clark Johnson e "The Bourne Ultimatum" (2007) regia di Paul Greengrass. Con uno stile pulito ed elegante, una narrazione energica e brillante dotata qua e là di un sottile umorismo e d’ironia, Nolfi mostra la sua abilità di regista, creando un’opera originale che s’ispira a diversi generi cinematografici. Commedia, thriller, azione e fantascienza si mescolano insieme, giocando con alcuni dei grandi interrogativi dell’umanità e dando così vita ad una fiaba fantasy religiosa, dotata di una certa suspense. E’ una realistica allegoria religiosa, efficace nel suo insieme, ma che deve molto a livello visivo ad altri film ben noti al pubblico, come per esempio: "Sliding Doors" (1998), la trilogia di "Matrix", "Men in Black" (1997) e "Due come noi" (1983), oltre ovviamente a tutta quella serie di film che ruotano sul tema religioso e del destino. La domanda fulcro de "I guardiani del destino" è quanto l’uomo sia libero, in poche parole si parla di "libero arbitrio". Quando, dove e se il caso incontra il fato, come s’intersecano i concetti di predestinazione e libero arbitrio? Fino alla domanda universale: esistono il bene e il male o sono solo punti di vista? E’ il dualismo la base di questo universo composto da due mondi distinti eppure profondamente legati: quello umano e quello degli angeli, guardiani del destino degli uomini, che, dotati di un diagramma ingegneristico, cercano di realizzare "Il piano" del Presidente (Dio), apportando piccole e insignificanti modifiche alla vita delle singole persone. Ecco che prendere o perdere un autobus diventa un elemento fondamentale all’interno del Grande Disegno.
Il protagonista è David Norris, interpretato da Matt Damon, in corsa per diventare Senatore degli Stati Uniti, è giovane e molto amato dai cittadini della Grande Mela, ma purtroppo a causa di un articolo viene sconfitto. Si rifugia quindi nella toilette dell’hotel Wardof per preparare il suo discorso di commiato ed è qui che incontra la bella Elise, interpretata da Emily Blunt. Fra i due scocca subito la scintilla, ma questo è un incontro fuggevole dettato dalla necessità, stabilita dai guardiani, di ispirare il discorso di Norris. L’incuria del guardiano cui Norris è stato affidato, però, fa sì che tre anni dopo i due s’incontrino di nuovo alterando così "Il Piano", anche se non ancora in modo irreparabile, almeno per ora. L’incontro fra Norris ed Elise è, purtroppo per i due amanti, una variabile troppo importante e significativa perché passi inosservata e possa essere accettata, per cui Richardson, interpretato da John Slattery, il capo dei guardiani (angeli) va ad incontrare il giovane e aitante politico per chiarirgli la situazione: deve allontanarsi da lei o la sua mente verrà "resettata". L’amore innescherà uno strano meccanismo, mettendo sottosopra lo stesso mondo dei guardiani, apportando nel film quella tensione tipica di molte pellicole in cui lavora Damon.
Vibrante e intrigante, è un film capace di attirare l’attenzione dello spettatore, grazie anche all’ottima recitazione e ad una regia dallo stile interessante, che spiega solo quello che è essenziale per lo spettatore, attenta ai dettagli, forse l’unica nota stonata è una trama un po’ troppo prevedibile.

La frase:
"La tua strada nel mondo avrebbe dovuto essere aggiustata. Stamattina avresti dovuto versarti il caffè all’ingresso del parco".

a cura di Federica Di Bartolo

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