Beyond
Di sicuro, ai cinefili irriducibili il nome della svedese classe 1958 Pernilla August richiamerà immediatamente alla memoria "Fanny e Alexander" (1982) di Ingmar Bergman, pellicola che le permise di raggiungere il successo internazionale, ben dieci anni prima di essere premiata al Festival di Cannes come migliore attrice femminile per "Con le migliori intenzioni" (1992) di Billie August.
Interprete anche di "Star wars: Episodio 1-La minaccia fantasma" (1999) e "Star wars: Episodio 2 - L’attacco dei cloni" 2002) di George Lucas nei panni di Shmi Skywalker, la troviamo ora dietro la macchina da presa per il suo esordio registico "Svinalängorna" (come s’intitola in patria il film), tratto dall’omonimo bestseller di Susanna Alakoski e del quale dice: "Quando ho iniziato a lavorare a questo film ho pensato che il tema sarebbe stato 'crescere in una famiglia violenta': una storia su quanto sia terribilmente difficile essere poveri, venire da un altro paese, non parlare la lingua. Poi, andando avanti con il lavoro di sceneggiatura, ho pensato che sarebbe stato più interessante combinare la storia dell’infanzia della protagonista con la storia della sua vita da adulta e raccontare cosa voglia dire mentire a se stessi e alle persone che ci circondano".
Infatti, è attraverso il continuo alternarsi di passato e presente che assistiamo alla triste vicenda di Lena alias Noomi Rapace ("Uomini che odiano le donne"), la quale, dopo aver lottato tutta la vita per occultare e dimenticare il dolore di un’infanzia difficile, si trova costretta non solo ad affrontare i suoi trascorsi per essere in grado di superarli, ma anche ad intraprendere un confronto forzato con la madre, che non vede da anni, dal momento in cui viene a sapere che è in fin di vita.
E, mentre viene ribadito che il terrore è temere che succedano cose brutte e la piccola Lena, con il volto di Tehilla Blad ("La regina dei castelli di carta"), ascolta anche dalla genitrice un racconto riguardante la scuola di nuoto di Esther Williams, è attraverso un taglio decisamente realistico che la August confeziona i circa 95 minuti di visione.
Un taglio realistico reso soprattutto dall’abbondanza di riprese eseguite a mano e dalla fotografia di Erik Molberg Hansen ("Me & my nose"), priva di particolari dominanti colorate e capace di rendere una atmosfera quasi anni Settanta quando necessario.
Anche se gli eccessivamente lenti ritmi di narrazione, tipici del cinema d’autore svedese, finiscono in parte per limitare il giudizio su un’opera dal contenuto molto profondo, la quale rimane nella media ed individua il suo maggiore pregio nella prova del cast.
Cast di cui, tra l’altro, fa parte Ville Virtanen ("Sauna") impegnato a concedere anima e corpo al violento e alcolizzato papà Kimmo.
La frase: "Ora vedrai che significa vivere senza di me. Non mi hai mai amata".
Francesco Lomuscio
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