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110 e Frode
John Plummer (Jason Lee, "Quasi famosi") il classico bravo ragazzo americano, nel bel mezzo della sua vita, si trova di fronte ad un atroce dilemma. Convolare a felice nozze con la sua fidanzata Elaine (Leslie Mann) dando come caparra per il loro nido d'amore quei 30.000 dollari che faticosamente hanno messo da parte o utilizzare quel cospicuo gruzzoletto, sottraendolo così alla fidanzata, per mantenere una promessa fatta alla nipotina diversi anni prima e cioè pagarle le spese per il college che, dollaro più, dollaro meno, si aggirano proprio intorno ad una cifra intorno ai 30.000 dollari. In realtà il dubbio gli verrà subito fugato dalla bella Elaine la quale ha già impegnato la somma per una meravigliosa villetta con giardino, tutto compreso. Con la diligente regia di Bruce McCullogh il film ci racconta delle sgangherate imprese criminose di John, costretto dalla necessità, aiutato dall'amico Duff (Tom Green, un mito dei teleutenti americani), fuso e assolutamente privo di qualsiasi credibilità. Imprese che abortiranno sul nascere e che non faranno altro che attirare su di loro le attenzioni e le ire di un boss della malavita (Chris Penn "Le iene"), di un meticoloso quanto particolare detective della polizia (John McGinley, "Platoon") e soprattutto del padre di Elaine (Dennis Farina "The Snatch") un uomo tutto di un pezzo che sa il fatto suo...
Il film è tutto qua. Mediocre è la trama, priva di particolari qualità è lo sviluppo narrativo nonché la realizzazione tecnica. I personaggi appena abbozzati perdono ancor più di incisività a causa di dialoghi poco curati e che mancano di approfondimento. Il film nasce come commedia dei buoni sentimenti per poi prediligere le situazioni più demenziali tanto care ad un certo cinema comico americano, senza riuscire però in nessun caso ad elevarsi come opera originale o comunque degna di interesse. E lo spettatore rimane là, dinanzi allo schermo, sperando che di scorgere un segnale che non lo porti allo scontato finale vero il quale invece, inesorabilmente, il film si trascina. Anche la scena dell'ultima rapina, tentata ai danni del suocero, che negli intenti degli sceneggiatori avrebbe dovuto rappresentare, pensiamo, la scena clou di tutta l'opera, brilla solo per approssimazione e scontatezza. È un peccato che il film mostri nella sua impalcatura essenziale, soggetto e script, i suoi punti più deboli in quanto soprattutto il cast degli attori nel suo complesso avrebbe meritato degli strumenti di lavoro decisamente migliori. Sarà per la prossima volta...
Das
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