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Star Wars Episode II - Attacco dei cloni
Ci sono cose che danno un vero brivido allo spettatore, piccoli accenni che creano un immediato clima di familiarità: la scritta gialla che campeggia sullo sfondo stellato di "Star Wars" con la successiva introduzione che scorre verso l'infinito, sono il marchio di fabbrica che catapulta immediatamente nell'universo fantastico governato dalle leggi della Forza. E poi... l'attesa, quasi struggente, della prima spada laser, meglio se brandita da Anakin od Obi-Wan.
La parziale delusione di "Episodio I" è ancora vivida nei cuori degli afictionados, ed è con una leggera titubanza e forse un'ombra di scetticismo che si affrontano le prime sequenze. Una vista aerea di Coruscant, un'astronave che atterra ed un'esplosione assordante ci catapultano istantaneamente negli intrighi che caratterizzano questo secondo capitolo.
Le oscure trame del Lato Oscuro si fanno sempre più complesse ed il cancelliere Palpatine (Ian Mc Diarmid - già presente fin da "Il Ritorno dello Jedi") si dimostra essere un politico tanto mellifluo quanto pericoloso. La Repubblica si indebolisce, erosa su più fronti: la corruzione interna, l'indebolimento dei Jedi con la relativa ascesa del potere dei Sith, la federazione dei mercanti ansiosa di prendersi una rivincita dopo la disfatta di Naboo e la nuova minaccia del Cancelliere Dooku (Christopher Lee), un Jedi che non crede più nell'efficacia del consiglio.
Ed i nostri eroi? Obi-Wan (Ewan Mc Gregor) non è più un giovane apprendista, ora è la guida dell'irruento Anakin (Hayden Christensen), una forza primigenia che, se lasciata a se stessa, potrebbe cambiare le sorti dell'intera galassia. Anakin di contro trova difficile attenersi ai precetti quasi monastici della vita dei Jedi soprattutto se deve restare vicino a Padme (Natalie Portman). E poi i soliti noti Yoda, Mace Windu, Jar Jar Binks ed i droidi R2 D2 e C3 PO.
Il mosaico di George Lucas comincia a delinearsi chiaramente con questo secondo episodio. Mille richiami alla prima triologia vengono integrati da piccoli tasselli che svelano numerose sottotrame. Jango Feet il cacciatore di taglie "padre" del Boba che catturò Jan Solo, i famosi Zio Owen e Zia Beru, qui giovani innamorati, che crebbero il giovane "orfano" Luke, il senatore Bail Organa padre putativo di Leila, sono tutti inseriti nel delicato meccanismo che alla fine porterà ad un unico film in sei episodi.
Interessante anche la catena maestro-allievo che si viene a formare con Joda che fu l'insegnante di Dooku che a sua volta guidò i passi del giovane Qui-Gon Jinn mentore di Obi-Wan, in cui spesso gli allievi si contrappongono ai loro maestri.
Al di la comunque della parte più romantica, comunque sufficientemente contenuta, la storia riconquista il sapore della pura avventura che caratterizzava "Una Nuova Speranza" e "L'Impero Colpisce Ancora". Abbandonate le scene di massa e gli improbabili personaggi comici, il tutto si incentra sui personaggi, catapultandoli in prima persona ed in maniera attiva nel cuore della storia. Per molti versi ripercorriamo celebri tappe che furono dei protagonisti di venti anni fa con la coppia Anakin/Padme in piedi su una passerella retrattile come lo furono Luke/Leila; oppure con Obi-Wan lanciato in un forsennato inseguimento in un campo d'asteroidi alla Han Solo.
E non dimentichiamo il fulcro del tutto: l'inizio della discesa nel Lato Oscuro di Anakin, percepibile già dal mutare del suo abbigliamento e dalla presenza nel suo animo di quell'ira che, come ormai Yoda ci ha insegnato, "è la porta per il lato oscuro".
In finale lo scopo è uno solo divertirsi ed essere trasportati per una pio d'ore in un mondo semplice e fantastico dove l'unico confine è la fantasia, e a tutti quelli che pensano che un film del genere non abbia dei dialoghi abbastanza profondi o caratterizzazioni di spessore non posso che dire una cosa: state guardando "Guerre Stellari" non un film di Kieslowski!
La frase: "I maestri tendono a vedere in noi più difetti di quanti non vorremmo, ma è il solo modo per crescere."
La chicca: all'audizione per la parte, Hayden Christensen riproduceva i rumori della spada laser con la bocca (come peraltro aveva fatto a suo tempo anche Ewan Mc Gregor). George Lucas gli ha fatto notare che il dipartimento degli effetti speciali avrebbe provveduto alla sonorizzazione della spada e che non era necessario che lui si impegnasse in "strani riti gutturali".
Curiosità: il "garage" su Tatooine in cui conosciamo Luke Skywalker nel primo film della saga, è stato perfettamente ripreso qui utilizzando un fondo neutro su cui è stato digitalizzata la scenografia utilizzata 25 anni fa!
Indicazioni: Se la forza scorre potente in voi...
Valiario Salvi
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