05 Settembre 2011 - Conferenza
"Wilde Salomé"
Intervista al regista e al cast.
di Giuliana Steri

PRESENTI: Al Pacino (regista e attore, Erode) - Jessica Chastain (attrice, Salomè) - B.Novidi (produttore).
PRESENTATORE: Marco Muller


Sarebbe riduttivo definire l'opera come un documentario, in realtà ci si trova davanti a qualcosa di molto più complesso.
Al Pacino: Quando tutto è partito io avevo una visione ma non una storia, che ho cercato di creare procedendo con le riprese. Io stesso sono confuso circa l'opera, non è un film ma non la si può neanche definire un documentario. In realtà io volevo fare un collage di entrambi, quindi ho messo insieme delle cose che potevano dare un'idea di quello che stavo facendo. Ho dato una visione d'insieme di Oscar Wilde e della battaglia che abbiamo fatto per mettere in piedi l'opera in teatro, e poi la storia è venuta fuori da se. Ho deciso di fare il film per Jessica Chastain, non appena l'ho vista all'Actor's Studio ho capito che potevo scegliere solo lei come mia Salomè. E questo prima che il grande cinema la scoprisse. Ho anche proiettato me stesso in tutto il film come un imbranato che tenta di avvicinare il pubblico ad Oscar Wilde, alle sue opere e al teatro. Negli Stati Uniti è difficile essere americano ed essere preso sul serio recitando Shakespeare, ed è anche per contrastare quest'atteggiamento che ho fatto 'Riccardo III'. In entrambi i casi cerco di far scoprire al pubblico un genio che è scomparso prima del tempo.

Il teatro è vita per gli attori, fondamentale è lasciarsi andare e perdere il rispetto dell'altro e di se stessi per far emergere le emozioni. E' stato difficile farlo?
Al Pacino: Quando si lavora a teatro si crea naturalmente un legame tra gli attori. All'inizio io non sono molto disponibile e aperto, così come gli altri, ma poi capiamo che siamo tutti sulla stessa barca e che siamo come dei funamboli legati gli uni agli altri. Già ai tempi di Shakespeare la recitazione si intendeva così, un lavoro di gruppo.

Il suo film, o documentario, comunque lo voglia chiamare, è un'opera ottima e divertente. I tempi di lavorazione sono stati lunghi, o ha tenuto l'opera da parte per presentarla in occasione della sua premiazione qui a Venezia?
Al Pacino: C'è voluto molto tempo per trovare il giusto mix tra film e documentario, all'inizio delle riprese io stesso non sapevo dove sarei voluto arrivare. Un film ha una storia, un copione, mentre un documentario viene 'creato' giorno per giorno. Navidi, il produttore, mi ha dato una grande mano a capire dove condurre l'opera. Ad un certo punto ho deciso di fermare le riprese per guardare meglio, in maniera distaccata, ciò che stavo creando, e dopo cinque mesi di stop ho avuto un'illuminazione e ho ripreso a filmare. Tutti i documentari comunque hanno lunghi tempi, è meglio avere una storia!

La sua opera dunque ha una lunga genesi ma è girata in tempi brevi.
Al Pacino: A questa domanda risponde Jessica!
Jessica Chastain: E' il mio primo film, con Al abbiamo parlato per più di un anno di come avrei potuto interpretare Salomè. Alla fine conoscevamo talmente bene i personaggi che non ci sembrava neanche fossero presenti le telecamere, e le riprese sono durate soltanto una settimana e mezzo.

Signor Al Pacino, lei è qui per ritirare un premio alla carriera. C'è qualcosa nel suo passato che vorrebbe non aver fatto? E quali sono i suoi progetti per il futuro?
Al Pacino: Sono tante le cose che rimpiango di aver fatto nella mia vita, ma mai i miei film. Ho appena finito 'Il mercante di Venezia' in teatro ed ero stremato, a breve interpreterò dei film. Ecco, per il futuro vorrei essere più selettivo nella scelta dei film ed essere certo di fare sempre la cosa giunta nell'interpretarli… Ma alla fine non riesco mai ad essere selettivo, scelgo d'impulso!

Sapeva che anche l'italiano Carmelo Bene ha fatto una sua Salomè? L'ha per caso vista durante il lavoro di preparazione per il suo film? 'Wilde Salomè' parla anche di perbenismo vittoriano, quanto ancora di questo è presente nel moralismo contemporaneo?
Al Pacino: Sono stati fatti ventotto film su Salomè, quello di Bene non lo conosco. Il mio approccio comunque è sempre moderno, raccontare nel film la vita di Oscar Wilde mi ha permesso di spingermi oltre e di parlare di moralismo, era giusto capire cosa realmente accadeva cento anni fa a chi era diverso. Oscar Wilde voleva una società più umana, camminava su sentieri pericolosi rispetto a come andava la società allora. E' stato difficile capirlo in toto, aveva una mente superiore con un demone dentro. Era un grande provocatore con un profondo senso di religiosità. Io non volevo però fare di Oscar Wilde il tema della mia opera, volevo solo 'sfiorarlo'.

Omaggerebbe anche un grande italiano con una sua opera? Pirandello, Moravia…
Al Pacino: Certo, perché no? Sarebbe bello parlare di 'Sei personaggi in cerca di autore'… Grazie, grande idea! Io sono sempre stato combattuto tra l'amore per il cinema, essere attore, e il teatro. Ho quindi iniziato a filmare le mie piccole cose sul teatro e così mi sono innamorato del cinema, l'ho compreso. Prima non potevo, perché pur essendo un attore non conoscevo il mezzo. Mi sento però sempre un dilettante come regista!

L'intervento di Bono era previsto sin dall'inizio o è stato deciso in seguito? La canzone degli U2 è stata scritta per il film?
Al Pacino: La canzone è stata scritta da Bono dodici anni fa, e ce l'ha voluta regalare. Non era mai stata registrata, Bono l'aveva sempre tenuta nel cassetto. Essendo poi lui irlandese e grande estimatore di Oscar Wilde doveva essere nel film.

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