V/H/S Trilogy

V/H/S Trilogy

V/H/S nasce nel 2012 prosegue con due serie, con ultima Viral del 2014


di Francesco Lomuscio25 febbraio 201616:01



Pare che il progetto abbia avuto origine quando, intorno al 2010, la società di produzione americana The Collective ha proposto a Brad Miska - cofondatore di Bloody Disgusting, il più grande e importante sito di cinema dell'orrore del web - per proporgli di realizzare insieme una serie televisiva o un lungometraggio; senza immaginare non solo che meditasse da tempo sul progetto di un film a episodi, ma anche che avesse l'idea di mostrare un gruppo di ragazzini impegnati a visionare vecchie videocassette abbandonate e dagli agghiaccianti contenuti. Quindi, coinvolti diversi cineasti appartenenti alla scena horror indipendente, ha preso forma nel 2012 "V/H/S", che, seguìto l'anno successivo da "V/H/S 2" e nel 2014 da "V/H/S Viral", si costituisce - come anche i due sequel - di piccoli tasselli rientranti nei sottogeneri del POV e del found footage alla "The Blair witch project - Il mistero della strega di Blair" e manifestanti immagini sporcate da drop e altri disturbi visivi assortiti proprio per richiamare nostalgicamente alla memoria i tempi andati delle videoregistrazioni su nastro magnetico.
E, non a caso, possiede la forma di una vhs il box in plastica inserito in slipcase cartonato che, racchiudente i tre titoli in altrettanti blu-ray, Koch Media rende disponibile nella sua collana Midnight Factory con booklet nella confezione.

V/H/S

L'Adam Wingard regista di "You're next" si occupa della vicenda atta a tenere unita la cornice dell'operazione: alcuni giovani criminali che vanno in giro a riprendere le loro malefatte vengono incaricati di rubare sotto ingente compenso una videocassetta che si trova all'interno di una villa, trovandosi a visionare diversi filmati. Da qui, David Bruckner - ovvero uno dei tre realizzatori del collettivo "Signal" - orchestra il massacro eseguito da una ragazza piuttosto strana ai danni del gruppetto di viziati che l'hanno abbordata in discoteca, tra sniffate di cocaina, bevute di alcool, organi genitali strappati a mani nude e occhiali dotati di camera di ripresa ad immortalare il tutto.
Responsabile di "The roost - La tana" e "The sacrament", invece, Ti West costruisce sulla tensione - pur senza rinunciare al momento sanguinoso - il viaggio di una coppia in crisi spiata e minacciata nottetempo da qualcuno sicuramente poco raccomandabile; prima che, tirando in ballo sgozzamenti e coltellate in pieno cranio, l'effettista Glenn McQuaid - ma con la zombie comedy "I sell the dead" nel curriculum dietro la macchina da presa - rivisiti lo slasher proto-"Venerdì 13" con tanto di gita al lago e Joe Swanberg anticipi addirittura "Unfriended" di Leo Gabriadze inscenando una ghost story interamente in videochat.
Mentre l'intrusione in una casa abbandonata tempestata di entità maligne, oggetti che volano e mani che escono dalle pareti è firmata da Matt Bettinelli-Olpin, Justin Martinez, Tyler Gillett e Chad Villella sotto pseudonimo Radio Silence e chiude la oltre ora e cinquanta di visione; il cui disco offre anche una sezione extra costituita da trailer italiano, finale alternativo, breve dietro le quinte del terzo episodio, uno sguardo alla maniera in cui è stato possibile far volare l'attrezzatura di ripresa e un'intervista all'attrice Helen Rogers e al produttore e sceneggiatore Simon Barrett.


V/H/S 2

È proprio Barrett a occuparsi in questo secondo caso degli intermezzi incentrati su due investigatori privati intenti a scoprire cosa stia succedendo a un ragazzino che non va più a scuola da settimane e che trovano nella sua abitazione svariati televisori e registrazioni; tenendo insieme, così, i quattro segmenti da incubo che costituiscono la ora e trentasei totale. Segmenti che prendono il via dal trapianto di occhio bionico - con conseguenti visioni fantasmagoriche - messo in piedi dal già citato Wingard ricordandone in parte uno analogo visto in "Body bags - Corpi estranei" di John Carpenter e Tobe Hooper; per poi proseguire in mezzo a zombi, sbudellamenti e tanto dinamismo sotto la regia di Gregg Hale ed Eduardo Sánchez, uno dei due autori del sopra menzionato "The Blair witch project - Il mistero della strega di Blair".
Il Jason Eisener cui dobbiamo "Hobo with a shotgun", invece, chiude l'operazione ponendo l'apparecchiatura di ripresa sulla testa di un cangnolino per fargli immortalare le imprese di tutt'altro che pacifici extraterrestri; ma soltanto dopo che Timo Tjahjanto e il Gareth Evans che ci ha regalato "The raid - Redenzione" ci trasportano in un tripudio di morti viventi, parti demoniaci e spargimenti di frattaglie nel raccontare di aspiranti registi alle prese con un devastante rito apocalittico. Con il solo trailer nella sezione riservata ai contenuti speciali.

V/H/S Viral

Per l'ultimo capitolo non solo si scende ulteriormente di durata a ottantuno minuti e si diminuisce a tre il numero delle storie raccontate, ma si elimina l'effetto vintage - con immagini pulite - in favore di un aggancio all'attualità dei video virali d'inizio terzo millennio, testimonianza di uno scenario moralmente catastrofico qui testimoniato, appunto, dalla cornice per mano del Marcel Sarmiento che diresse "Deadgirl".
Infatti, abbiamo persone in cerca di fama ossessionate dal tentativo di catturare tramite telefoni cellulari (e quanto altro in loro possesso) le immagini di un forsennato inseguimento attuato dalla polizia; in un crescendo di violenza e sensazione disturbante alternato, appunto, al nuovo trittico di mini film.
Trittico che il Gregg Bishop regista di "Dance of the dead" avvia - con spargimenti di cadaveri - attraverso un illusionista che raggiunge il successo grazie a una cappa maledetta appartenuta al grande Houdini; prima che lo spagnolo Nacho Vigalondo si cimenti in porte su dimensioni parallele ed inferno.
Con skaters e sanguinarie salme a passeggio concludono Aaron Moorhead e Justin Benson (coloro che hanno concepito il sorprendente "Spring") l'antologia; il cui supporto, al di là di trailer, otto minuti di making of del primo episodio e cinque di dietro le quinte, include anche "Gorgeus vortex - Final picture" di Todd Lincoln, cortometraggio estromesso dal montaggio finale.

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