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12 Settembre 2006 - Conferenza Stampa
"Uomini & donne - Tutti dovrebbero venire... almeno una volta"
Intervista al regista e al cast.
di Ilaria Ferri
Presenti in sala: il regista Bart Freundlich, la protagonista Julianne Moore e Guglielmo Marchetti della Moviemax.
Voi siete una coppia anche nella vita, com'è stato lavorare insieme?
Bart Freundlich: Questo è già il terzo film che giriamo insieme, con Julianne è molto piacevole e facile lavorare, sia dal punto di vista personale perché così trascorriamo più tempo insieme, che da quello professionale perché lei ha un talento grandissimo. Infatti vorrei avere tanti altri copioni sia drammatici che comici da proporle nel futuro!
Julianne Moore: Sono d'accordo, è molto bello lavorare insieme! E' stato semplice sin dal primo film. Quando sono sul set non amo parlare molto del mio personaggio, preferisco trarre tutto dalla sceneggiatura, Bart è riuscito a darmi esattamente quello di cui avevo bisogno. E' una sua caratteristica quella di riuscire a capire esattamente ciò di cui hanno bisogno gli attori. Un'altra cosa positiva è che, conoscendoci da tanto tempo, riusciamo a capire al volo ciò che non ci piace o ci da fastidio e a trasmettercelo anche senza parlare.
Anche il resto del cast è stellare. Che atmosfera si è creata sul set?
Julianne Moore: Per avere degli attori importanti e bravi è fondamentale avere, più che un budget altissimo a disposizione, una sceneggiatura ben scritta come in questo caso. Infatti il nostro cast era formato da attori bravissimi e con stili molto diversi tra loro.
Bart Freundlich: Ho cercato di creare un mix tra il film hollywoodiano e quello indipendente: ho voluto per questo film un lieto fine tipicamente hollywoodiano, ma dei personaggi tridimensionali, ben strutturati. Soprattutto volevo che i miei attori non avessero mai girato commedie romantiche, per avere un approccio più fresco. Ho optato per questa scelta anche col cast tecnico, perché quando ci si avvicina a qualcosa di nuovo per la prima volta lo si fa con più attenzione e originalità.
Nel film sembra che gli uomini fra loro parlino solo di sport e le donne solo dei loro sentimenti. Lei conosce uomini che non parlano solo di pizza e sport?
Julianne Moore: Sono convinta che tutte le cose di cui parlano gli uomini servano come metafore per parlare dei loro sentimenti, al contrario delle donne che ne parlano più esplicitamente. Lo fanno stando insieme, facendo cose insieme, per loro l'amicizia è uno dei valori fondamentali, non è che non parlino di questioni importanti, ma lo fanno in modo diverso.
Bart Freundlich: Sono d'accordo sul fatto noi uomini usiamo delle metafore. Sono solo modi diversi di comunicare. Come nel film, in cui gli uomini cercano di non fare nulla fin quando non è strettamente necessario, fin quando non devono correre ai ripari.
Nelle vicende del film c'è qualcosa di autobiografico? In quale personaggio si rivede di più?
Bart Freundlich: Ovviamente ho tratto ispirazione dal rapporto con mia moglie, ma più da un punto di vista emotivo che personale. Alcune cose ci sono capitare per davvero, come la scena in bagno col bambino o quella in cui a Julianne va di traverso un pezzetto di torta. Sono piccoli spunti su cui poi ho costruito tutta la storia. In effetti posso dire anche di essere un po' idiota come Tobey e un po' narcisista come Tom, ma ho cercato di rendere più realistici possibili tutti i personaggi, anche quelli femminili. Diciamo che ho cercato di mostrare un punto di vista maschile, cosa che nelle commedie romantiche è abbastanza rara.
Julianne Moore: Ho riconosciuto mio marito in alcuni tratti dei personaggi: quando Elaine parla a Tobey e lui non l'ascolta perché sta cominciando il suo programma sportivo preferito e si sente la sigla, succede di sentirla spesso anche a casa mia, la odio!!!! (tra le risate Julianne canticchia la sigla N.d.R. ) A parte gli scherzi, ho trovato che alcuni personaggi hanno in comune con mio marito l'attribuire enorme valore al rapporto con la moglie e i figli. Mi sono ritrovata anche nel mio personaggio quando dice di essere principalmente una madre e una moglie, poi un'attrice.
Qui in Europa le commedie sugli uomini in crisi sono state girate da un pezzo, non pensate di arrivare un po' tardi?
Bart Freundlich: Purtroppo le commedie americane sono fatte per lo più per un ritorno commerciale, non ci si può permettere di andare troppo in profondità, i personaggi devono essere sempre e solo simpatici, quindi è più difficile affrontare certi temi. Noi speriamo di aver divertito e nel contempo essere riusciti a dare più spessore alle dinamiche e ai caratteri dei personaggi.
Lei ha voluto ambientare il suo film a New York, ce ne parli…
Bart Freundlich: L'ambiente è fondamentale per mostrare la quotidianità, per avere maggiore realismo. So bene che il tema del film è comune a tutti noi, quindi non serviva ambientarlo necessariamente a New York, ma volevo mostrare il mondo che circonda i personaggi, per mostrarlo al meglio dovevo far vedere qualcosa che conosco bene io stesso, quindi ho ambientato il film nella mia città, che amo molto.
Continuando a parlare di New York, da poco è passato il triste anniversario dell'attentato dell' 11 settembre, com'è la New York di oggi?
Julianne Moore: L'11 settembre ha dato una sveglia agli americani, prima ci sentivamo sicuri, anche se nei nostri film c'erano sempre riferimenti a possibili sciagure e attentati non eravamo psicologicamente pronti a riceverne di veri. New York è diventato un posto in cui le persone sono più presenti e partecipi, si pensava che molti dopo l'attentato non sentendosi più al sicuro avrebbero abbandonato in massa la città, ma siamo rimasti tutti lì, più uniti e più forti di prima.
Bart Freundlich: Sono d'accordo con Julianne, anche io ero sconvolto dopo l'11 settembre, ma non ho mai pensato di abbandonare la città in cui sono nato e cresciuto, ora abbiamo una storia comune che ci da un maggiore senso di appartenenza.
Per la signora Moore, quali sono suoi progetti futuri?
Julianne Moore: Anche se manco dalle scene da tredici anni, i miei prossimi impegni saranno a teatro, proprio come per Rebecca, così potrò avere più tempo per stare accanto alla mia famiglia, che è la cosa più importante.
La bellezza, la classe e la simpatia di Julianne Moore hanno incantato la platea, ma non hanno offuscato la figura di suo marito, un regista giovane e con pochi lavori alle spalle, ma con le idee chiare, che anche davanti a piccole provocazioni ha saputo rispondere schiettamente.
Una coppia molto carina, affiatata e decisamente "newyorkese", insieme dal '97, già un record visto l'ambiente glamour di cui fanno parte, ma da cui fuggono a detta loro…. Sembrerebbero sinceri…
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