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Sotto falso nome
Daniel (Daniel Auteuil) è uno scrittore di successo che si nasconde dietro lo pseudonimo di Serge Novak. Ha una moglie dolce ed innamorata (Greta Scacchi) e si sta recando al matrimonio del figlio quando incontra Mila (Anna Mouglalis, "Grazie per la cioccolata") con la quale passerà una notte di sesso. Giunto in chiesa scopre che Mila è la promessa sposa del figlio...
La premessa di "Sotto falso nome" è il preludio ad una serie di frequenti colpi di scena presenti nel secondo film di Roberto Andò. Una storia di sorprese e stravolgimenti dove è difficile, se non impossibile, capire cosa sia apparenza e cosa sia realtà. Film che si impernia sulla complessa quanto contorta personalità del protagonista. La necessità di non apparire, di celarsi dietro uno pseudonimo, di rimanere dietro una cortina di fumo, infatti, sono le coordinate esistenziali alle quali Daniel (Daniel Auteuil) sembra aver improntato la propria vita. Sulla dicotomia verità/finzione si innerva, oltretutto, la dinamica tra creazione e creatore quando scopriamo che forse, il forse è d'obbligo, non tutto quello che Daniel ha scritto è farina del suo sacco. Ma, attenzione, se ciò che lo scrittore ha plagiato aveva come soggetto il plagiatore stesso, il plagio è un pò meno plagio? Risposta difficile da dare soprattutto se chi ti ricatta di rivelare al mondo la verità potrebbe essere la figlia del plagiato, che è poi stato il migliore amico di Daniel in un passato che lo scrittore pensava di aver dimenticato, o, sotterrato. Avrete capito che il punto più debole dell'opera di Roberto Andò è nella sceneggiatura che non sempre riesce a chiarire alcuni punti cruciali di una storia che però non manca di affascinarci. Una storia che offre apprezzabili spunti di riflessione sul rapporto tra arte ed artista, sull'impossibilità di sottrarsi da un passato il cui colpo di coda spesso può essere letale, sulla debolezza dei sentimenti anche quelli più forti come l'amore per la propria compagna o per il proprio figlio. Forse, è proprio quest'ultimo aspetto che alle fine appare più compiuto nel suo sviluppo. Ciò grazie soprattutto alla recitazione dei due attori protagonisti, Daniel Auteuil e Greta Scacchi. L'attrice italo australiana è autrice di una prova superlativa: misurata, discreta ed appassionata. Auteuil mostra la sua dote migliore che è quella di dire molto con piccoli ed impercettibili cenni della sua espressione impenetrabile. Andò, regista palermitano con una lunga esperienza teatrale alle spalle, li dirige egregiamente così come con merito è capace di creare atmosfere rarefatte e malinconiche, sfruttando le belle musiche di Ludovico Einaudi, e fotografando i vari set (Capri, Ginevra, Cracovia) con eleganza e gusto delicato.
Un film da vedere con molta concentrazione.
Daniele Sesti
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