Doppia ipotesi per un delitto
Poco prima della mezzanotte si compie un assassinio. Un nero viene trovato morto, disteso in un letto. Niente di speciale, potrebbe essere un delitto come tanti altri se ne verificano in una grande metropoli americana, se non fosse che quello è il letto di Nora Trimmer (Jolene Blalock), l'assistente del procuratore distrettuale. L'affare si complica poi se il procuratore distrettuale (Ray Liotta) è candidato per la poltrona di sindaco e se ha appena dichiarato ad un giornalista di voler liberare la città da una banda di malavitosi che da tempo è padrona della metropoli che vorrà governare e se nel corso delle indagini notturne viene a scoprire che qualcosa di terribile dovrà avvenire entro le 5,30 del mattino.
Questo noir dell'esordiente Wayne Beach (qualche sceneggiatura alle spalle per alcune major hollywoodiane), che curiosamente arriva solo ora nelle sale italiane (il film è del 2005), colpisce soprattutto per il rigore dello stile al quale il regista si ispira sin dalle prime inquadrature. Tutto girato in notturno a parte alcuni flashback, le ombre e il buio la fanno da padrone ed oltre a definire gli ambienti connotano i personaggi tutti contraddistinti da un manto di ambiguità a partire dalla misteriosa assistente del procuratore alla quale l'esordiente Jolene Blalock presta le indecifrabili sagome dei suoi lineamenti. Beach incentra su di lei la narrazione spostando di tanto in tanto l'attenzione ora sulle indagini condotte dal rampante procuratore (interpretato da un maturo Ray Liotta) ora sollecitando l'adrenalina dettando i tempi dell'evento disastroso che si sta tentando di evitare.
Un pò "I soliti sospetti", un pò "Presunto innocente", il film, ben supportato da una colonna sonora seducente e da una fotografia che ben accompagna le atmosfere descritte, ha però nei dialoghi il punto più debole tale da svilire a più riprese la tensione che il susseguirsi degli eventi, non sempre peraltro narrati con chiarezza, suscita fino al climax finale dove i sipari sulle vere identità di ciascuno dei personaggi si aprono mostrando quella che dovrebbe essere la verità.
Finale, ovviamente, a sorpresa che però, gli spettatori più smaliziati, probabilmente intuiranno con qualche sequenza di anticipo.
La frase: "Se c'è qualcosa che ho imparato è che nessuno conosce nessuno".
Daniele Sesti
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