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Sleeping Around (Di letto in letto)
Sara (Anna Galiena), ambiziosa direttrice marketing di un’importante agenzia di comunicazione internazionale; Marcelo Casares (Dario Grandinetti), stimato sociologo che finisce per essere coinvolto in un pericoloso gioco di seduzione dalla sua studentessa bulimica Sonia (Carolina Salvati), la quale diventa iniziatrice all’amore per l’adolescente ancora vergine Ricky (Lorenzo De Angelis); Bed (Jamil Hammoudi), ragazzo padre tunisino che cerca disperatamente di conquistare l’amore del figlio; Giovanni (Danilo Nigrelli), marito disoccupato che tenta di recuperare la propria vita priva di stimoli attraverso incontri sessuali saltuari e, contemporaneamente, il rapporto con la moglie fedifraga Elena (Jun Ichikawa); Beatrice (Francesca Faiella), ragazza nevrotica impegnata ad affrontare la sua problematica di coppia con il fidanzato Paolo (Marco Foschi), malato di AIDS che incontra durante la notte la provocante hostess di volo Lory (Carmen Giardina).
Immersi nella bella fotografia di Paolo Ferrari ("Fatti della banda della Magliana"), dominata da cupi toni bluastri che enfatizzano un’atmosfera quasi fantascientifica, sono i dieci personaggi metropolitani protagonisti del carosello d’incontri, malattia, droga e dolore che l’esordiente Marcello Carniti inscena al fine di lanciare un audace sguardo su una moderna, cinica società in cui il debole sembra ispirare più disprezzo che protezione, a causa soprattutto dell’amore spesso scisso da un sesso sempre più ridotto a merce di consumo, arma o, comunque, forma di potere attraverso cui raggiungere i propri scopi.
Un carosello che lascia intuire in maniera tranquilla dai dialoghi – intelligentemente più espliciti delle situazioni mostrate – la sua provenienza teatrale, mentre non esita a tirare in ballo traumi del passato ed a mettere in dubbio la capacità da parte dei desideri di cambiare la realtà.
Quindi, con un nutrito cast di vecchi e nuovi volti, un prodotto sicuramente non facile che, racchiudendo il suo maggiore punto di forza nelle affascinanti immagini di taglio internazionale, non prive di lirismo, rischia con ogni probabilità, agli occhi del pubblico medio, di apparire mentalmente masturbatorio e a lungo andare narcotizzante.
Pur riuscendo nel principale obiettivo di spingere alla riflessione lo spettatore, avvolto in un deprimente clima di solitudine generale che trasmette paura al fine di aprire gli occhi sulla tristezza regnante.
La frase:
- "Se questa bibita fosse una stella del cinema, sarebbe Sharon Stone o Nicole Kidman"
- "Finiamola qui"
- "No, la prego, mi dica almeno quale delle due sceglierebbe per andare a letto"
- "Sharon Stone
- "E perché?"
- "Non porta le mutande"
Francesco Lomuscio
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