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Skyline
In fatto di invasioni aliene, gli effettisti americani Colin e Greg Strause, il cui curriculum include titoli noti del calibro di "Avatar" e "Il curioso caso di Benjamin Button", già si occuparono nel 2007 di "Aliens vs predator 2", loro esordio dietro la macchina da presa che, sequel del mediocre fanta-movie diretto tre anni prima da Paul W.S. Anderson, finì per rivelarsi nettamente più godibile del capostipite, grazie alla sua capacità di sfruttare abbondanza di creature mostruose e spargimenti di cadaveri al solo scopo d’intrattenere efficacemente lo spettatore, come avveniva nei migliori b-movie degli anni Ottanta.
Non stupisce, quindi, che anche la loro opera seconda affronti la tematica dell’attacco di esseri giunti dallo spazio, partendo dalle figure di Eric Balfour ("Non aprite quella porta") e Scottie Thompson ("Star trek") che, dalle finestre del grattacielo californiano in cui vivono l’amico Donald Faison ("Le ragazze dei quartieri alti") e la sua fidanzata Brittany Daniel ("White chicks"), assistono ad un inspiegabile arrivo anticipato dell’alba sotto forma di inquietante luce proveniente da una fonte sconosciuta.
E, tenendo in considerazione il fatto che i due registi abbiano collaborato anche a "The day after Tomorrow - L’alba del giorno dopo" e "2012", non è difficile provare l’impressione di trovarsi dinanzi ad una versione economica dei disaster-movie di Roland Emmerich durante la visione, soprattutto dal momento in cui le persone vengono attirate fuori dai palazzi per poi finire inghiottite da un’enorme nave spaziale che ha oscurato il cielo di Los Angeles.
Però, non è difficile neppure intuire che "Independence day" e i tanti film degli anni Cinquanta incentrati su "cose" dall’altro mondo fossero tutta un’altra cosa, in quanto, sebbene i primi soporiferi, quaranta minuti d’attesa spezzati da qualche piccolo evento shock lascino sperare in una seconda parte all’insegna della divertente exploitation, il coinvolgimento sembra latitare anche dopo l’entrata in scena dei giganteschi extraterrestri a spasso per le strade e delle massicce dosi di effetti visivi.
Probabilmente unico vero pregio di circa 88 minuti che viene facilmente voglia di accomunare più al trashissimo "War of the worlds - L’invasione" di David Michael Latt che a "La guerra dei mondi" di Steven Spielberg.
La frase: "Dal momento in cui guardi verso la luce ti cattura".
Francesco Lomuscio
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