17 Again - Ritorno al Liceo
Non sempre i rimpianti risultano fondati, in quanto possono nascere da insoddisfazioni - di cui si è responsabili in prima persona - che fanno idealizzare il passato. Frustrato nel lavoro, cieco riguardo alle aspirazioni creative della moglie, padre assente, goffo e noioso, il protagonista di "17 Again" ha nostalgia dei tempi liceali, quando era un talento sportivo con una grande opportunità, ma che di fronte alla gravidanza annunciata dalla fidanzatina mandò all’aria la partita decisiva per il futuro pur di stare al fianco di lei. Tornato, con l’età fisica, a quel periodo grazie al prodigio di uno spirito-guida, intorno a lui tutto resta identico all’oggi, anche esperienza e maturità accumulate. Così, al college, coglie finalmente l’occasione di seguire i suoi due figli, insicuri e ingenui, che ora gli sono coetanei. E si improvvisa, nei confronti della femmina, innamorata di un "bullo", trascinante (e spassoso) fanatico dell’astinenza sessuale in favore del matrimonio e della riproduzione.

All’opera seconda, di stampo umanista ed indirizzo adolescenziale, Burr Steers (attore, poi regista di serie televisive e sceneggiatore) sostiene la centralità della famiglia canonica e l’incompatibilità tra la realizzazione dei sentimenti e quella professionale, ma una volta tanto mettendo al bivio il maschio e dando spazio alle rivendicazioni della "partner". Aggiunge poi alcune veloci notazioni da commedia sullo stato dell’istruzione, dove vigono scarsa attenzione e rispetto per i docenti, i pestaggi tra studenti vengono ripresi con i videofonini e caricati su internet, le ragazze si conciano come piccole donne oggetto, appariscenti e provocatorie. L’aspetto migliore del modesto film sta comunque in alcune trovate demenziali da sorriso (lo schiaffeggiamento collettivo a turno), specialmente con l’originale, imprevedibile e ruba-scena ritratto dell’ex mascotte maltrattata, ora ricco fanatico del fantasy e dei videogame ("non riesco ad essere normale") che riesce a intraprendere una relazione con una insospettabile nel momento in cui, insieme, si ritrovano a parlare l’elfico.

La frase: "Sei troppo valido per essere promosso".

Federico Raponi

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